Biografia Mons. G.B. Scalabrini

Nato e battezzato nello stesso giorno a Fino Mornasco (Como) l’8 luglio 1839.

Mscalabrini* Sacerdote il 30 maggio 1863; professore e rettore del seminario diocesano S. Abbondio.

* Nel 1870 Parroco di S. Bartolomeo in Como.

* Ordinato Vescovo a Roma il 30 gennaio 1876.

* Ingresso nella Diocesi di Piacenza il 13 febbraio 1876.

* Vescovo di Piacenza:

Compie cinque visite pastorali alle 365 parrocchie della Diocesi.

Celebra tre Sinodi: 1879, 1893, 1899.

Fonda le “Scuole della Dottrina Cristiana”; da vita alla rivista il “Catechista Cattolico”; celebra il primo Congresso Catechistico nazionale nel 1889. Il Papa Pio IX lo chiama “Apostolo del Catechismo”.

* Padre degli emigranti:

– Il 28 novembre 1887 fonda la Congregazione dei Missionari di S. Carlo.

– Fonda nel 1889 l’Associazione laicale “S. Raffaele” per l’assistenza ai migranti.

– Il 25 ottobre 1895 fonda le Missionarie di S. Carlo.

– Visita le missioni Scalabriniane in America: nel 1901 negli Stati Uniti e nel 1904 in Brasile.

* Muore santamente a Piacenza il 1 giugno 1905, Solennità dell’Ascensione

Iter di beatificazione

  • 5 maggio 1936: viene introdotta la causa a Piacenza, dal Vescovo Mons. Ersilio Menzani.
  • 1936-40: celebrazione del processo diocesano a Piacenza.
  • 30 marzo 1940: apertura a Roma del processo apostolico.
  • 9 settembre 1970: pubblicati i voti dei censori super scripta.
  • 11 maggio 1982: Papa Giovanni Paolo II ratifica il decreto di introduzione della causa.
  • 25 novembre 1986: i teologi consultori danno voto favorevole.
  • 17 febbraio 1987: la Congregazione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi sancisce la risposta affermativa sull’esercizio delle virtù eroiche.
  • 16 marzo 1987: il Papa dichiara solennemente: Consta delle virtù teologali Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo e delle virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, Temperanza e Fortezza e virtù annesse in grado eroico del Servo di Dio Giovanni Battista Scalabrini, Vescovo di Piacenza.
  • 23 dicembre 1994 – 5 giugno 1995: processo diocesano sul presunto miracolo attribuito a Mons. Scalabrini.
  • 1995: apertura del processo a Roma per l’esame del presunto miracolo.
  • 5 dicembre 1996: voto favorevole della commissione dei medici.
  • 21 marzo 1997: i Teologi Consultori danno voto unanime sul presunto miracolo attribuito all’intercessione di Scalabrini.
  • 3 giugno 1997: la Congregazione dei Cardinali dà voto unanime e afferma: “La guarigione di Suor Paolina non ha spiegazioni naturali e tale fatto e attribuibile all’intercessione del Ven. Giovanni Battista Scalabrini”.
  • 4 luglio 1997: decreto del Papa.
  • 9 novembre 1997: Beatificazione in Piazza S. Pietro a Roma.

 

 

Preghiere – Beato G.B. Scalabrini

O Beato Giovanni Battista Scalabrini,

a Te affidiamo la nostra preghiera di pellegrini

in cammino verso la patria.

Per tua intercessione

imploriamo la Santissima Trinità

di benedire le chiese locali

perché vivano la cattolicità

e pratichino l’accoglienza;

di confortare i migranti e i rifugiati

sulle vie dell’esodo

perché si sentano parte della famiglia di Dio;

di donare alla società l’intelligenza della condivisione,

l’accettazione dell’alterità

e il coraggio della convivenza;

di guidare i missionari, religiosi e laici,

che hai voluto compagni dei migranti,

perché vivano di amore e fraternità.

Tu che sei stato missionario della Parola,

uomo dell’Eucarestia e della Chiesa,

ministro di carità e di comunione,

figlio devotissimo di Maria,

ispira tutti noi ad imitare il tuo esempio di santità

per attuare il disegno che Dio ha su di noi

e ottienici tutte quelle grazie che con fiducia

manifestiamo al tuo cuore di padre. Amen.

 

PREGHIERA DEI MISSIONARI E MISSIONARIE
AL BEATO SCALABRINI VESCOVO E FONDATORE

O Padre,

tu comprendi perché noi ora rivolgiamo con fiducia la nostra preghiera a Dio e a te,

ricordando la particolare devozione che avevi per i santi che sono stati anche i nostri “Padri nella fede”,

e con quanto calore ce la inculcavi.

Perciò, noi lodiamo il Creatore:

per la tua vita, che la Chiesa ha detto eroica nelle virtù;

e nella tua vita, per ciò che più la caratterizza:

per i tuoi viaggi pastorali in Appennino, in Italia, e, “Pastor et Nauta”, nelle Americhe;

per i tuoi discorsi al popolo chiari e fatti col cuore,

per i tuoi scritti sociali,

e per le tue innumerevoli lettere, che ti fanno anche l’uomo delle comunicazioni;

per lo zelo che ti bruciava tanto da farti dire che eri disposto a metterti in ginocchio davanti al mondo, per chiedergli come una grazia il permesso di fargli del bene”.

Ringraziamo Dio prima di tutto per la tua carità:

che corre in aiuto dei colerosi senza badare alla propria vita;

che vende tutto, anche i cavalli e il calice d’oro del Papa, per dare minestre nella carestia;

che dà l’udito ai sordi e la parola ai muti;

che dà al migrante il conforto della fede e il sorriso della patria.

Siamo contenti nel constatare che anche tu durante la tua vita hai fatto richiesta al Papa per la beatificazione di tanti santi: Giovanni Battista De La Salle, Perboyre, Rita di Cascia, Cafasso, Gianelli, e tanti altri; e che, come motivazione, hai anche ripetuto che quella vita, che è “un laboratorio di carità”, è proprio la vita di un santo.

Vorremmo che fosse vera anche per noi la motivazione da te addotta per la santificazione del Beato Antonio Maria Zaccaria, e cioè, che “la sua memoria vive in onore ed è coltivata nei religiosi della Congregazione da lui fondata, che calcano diligentemente e valorosamente le orme del Venerato Padre”.

In particolare ai tuoi figli missionari e missionarie dona la grazia:

di sentine ogni giorno quella “predilezione” di cui, esultante, parlavi loro nella Lettera del 1892, quando dicevi che, nella vocazione apostolica, più del chiamato è importante chi chiama: Gesù Signore dell’universo;

la tua capacità di sentine il valore di ogni anima, che è costata il sangue preziosissimo di Cristo;

il tuo spirito di preghiera che “sprigiona ed impenna l’anima”, portandola in cima alla scala dove c’è Dio, e poi giù all’ultimo dei fratelli che di Dio hanno bisogno.

Ti chiediamo anche:

la tua capacità di essere uomini-ponte;

uno spirito di apertura per cui nulla di ciò che è umano ci è estraneo;

una attenzione alle idee degli uomini che fanno la storia anche di Dio, e perciò la tua attitudine al mutamento;

la capacità di lettura dei segni dei tempi, anche di quelli drammatici e negativi, che, pur impegnando la tua viva speranza nella storia di salvezza, tuttavia ti facevano ripetere spesso che “l’uomo si agita, ma Dio lo conduce”;

quella tua chiarezza di vedute, che non è mai un punto di partenza, ma sempre di arrivo, e che è frutto di lavoro sperimentale e di sacrificio, segno della tua disponibilità, e come il premio finale alla tua fedeltà.

Insegnaci quello che, con un lavoro quotidiano, imparasti così bene da sembrarci in te naturale:

la pazienza del pescatone,

la costanza del pellegrino,

e la speranza del migrante.

Non pretendiamo di raggiungere la tua statura, ma ci proponiamo di mirare ad essere il più possibile, a nostra misura, uomini interi come te, “tutto a tutti”.

Oh, vorremmo che fosse vero,- per noi (e ora anche per te!) – quello che tu scrivevi per la causa di santificazione di Giovanni Battista De La Salle; che, cioè, egli “non solo si dedicò alla sua missione durante la vita, con inesauribile ardore, con somma umiltà e con meravigliosa attività, con la parola e con l’esempio; ma anche dopo essere entrato nel regno dei Cieli, – come se dimorasse ancora in mezzo a noi, attraverso i suoi figli che radunò attorno a sé – continua l’opera divina”.

Amen! Amen!