Congresso dei formatori scalabriniani
Dal 20 al 27 settembre 2015 più di cinquanta religiosi scalabriniani impegnati nella formazione dei futuri missionari si sono confrontati a Torres Vedras, in Portogallo
Se l’attenzione alla formazione integrale dei sacerdoti è una delle priorità della pastorale delle migrazioni, la formazione dei formatori è la condizione indispensabile per il rinnovo della presenza evangelizzatrice nel complesso mondo della mobilità umana.
Proprio per questo dal 20 al 27 settembre 2015 i missionari scalabriniani impegnati nella formazione si sono dati appuntamento in Portogallo, nel Centro Diocesano de Espiritualidade di Turcifal, a Torres Vedras. Più di cinquanta religiosi provenienti da tredici paesi e impegnati nella promozione vocazionale e nella formazione dei futuri missionari di migranti hanno partecipato a momenti di aggiornamento e lavorato in quattro gruppi principali, ciascuno secondo il compito specifico svolto in congregazione: animazione vocazionale, prenoviziato (seminari minori, vocazioni giovanili e adulte, propedeutico, filosofia), postulandato e noviziato, teologia.
Un voto del capitolo
Giorni di preghiera, condivisione e studio per rispondere sempre più generosamente e profeticamente ai continui segni dei tempi con cui la mobilità umana provoca l’Istituto e riempie di significato la risposta vocazionale, la consacrazione religiosa e la missione fra i migranti.
«Guardando la lista dei partecipanti a questo convegno, si ha quasi l’impressione di un capitolo speciale sulla formazione, con tutto quello che comporta di sforzo di preparazione e di impegno anche finanziario – ha dichiarato padre Ermenegildo Baggio, segretario generale della congregazione – Eppure si tratta della realizzazione di un semplice voto del capitolo: “Voto n. 71: Nel prossimo sessennio la Direzione generale organizzi un congresso di studio per tutti i responsabili dell’itinerario formativo”». Un cammino formativo chiamato a essere coerente pur nella diversità delle situazioni. «Se l’arrivo di un nuovo confratello in una comunità non cambia niente – continua padre Baggio – significa che non è stato accolto».
Una congregazione che cambia
Perché questo dispiegamento di forze? «Perché la direzione generale assieme al consiglio di congregazione ritiene la formazione uno dei punti centrali per la propria vita e la fedeltà al carisma. Se questa centralità della formazione è un elemento costitutivo del futuro di qualsiasi famiglia, gruppo e società, lo è oggi per noi in modo del tutto particolare in un mondo in cui la trasformazione dell’emigrazione coincide di fatto con la trasformazione della congregazione scalabriniana, che sta diventando in modo accelerato sempre più pluriculturale e multietnica».
Compito della congregazione, ricorda ancora padre Baggio, è realizzare al suo interno quello che chiamata a testimoniare al mondo: la fraternità tra le etnie e culture diverse.
«Questo non è né spontaneo né semplice, ed è naturalmente fonte di conflitti. Per questo va affrontato a livello formativo: pur nella diversità delle situazioni, un unico obiettivo». È stato «inevitabilmente e fortunatamente anche un confronto tra i formatori e le loro prassi, in vista di creare, per usare una terminologia oggi in voga in Italia, una buona pratica formativa».
All’incontro ha partecipato anche il consigliere generale per la formazione, padre Luis Antonio Diaz Lamus. Al termine del congresso, conclusosi con un pellegrinaggio a Fatima, si è tenuto dal 28 settembre al primo ottobre il Consiglio di congregazione, che riunisce i membri della Direzione generale e tutto il superiore provinciale della Congregazione.
La Redazione