Congresso mondiale dell’Apostleship of Sea (AoS)

Dal 1 al 7 ottobre 2017 si è tenuto a Kaohsiung, Taiwan, il XXIV World Congress of the Apostleship of the Sea (AoS), dedicato alla pesca e ai pescatori

Dal 1 al 7 ottobre 2017 si è tenuto a Kaohsiung, Taiwan, il XXIV World Congress of the Apostleship of the Sea (AoS). L’evento, dedicato alla pesca e ai pescatori, era stato annunciato dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, nel messaggio inviato il 9 luglio ai cappellani e ai volontari che si occupano di questa specifica attività pastorale.

“Dignità abusata e ignorata”

In questa edizione, dal titolo Caught in the net (prigioniero nella rete), il congresso ha dedicato una particolare attenzione al traffico dei pescatori migranti, al lavoro forzato a bordo delle imbarcazioni e alla pesca illegale: temi affrontati, nella relazione di apertura, dal cardinale Turkson, che ha anche ribadito con forza il dovere di «difendere la dignità e i diritti di ogni membro della famiglia umana, perché non c’è “io” che possa vivere con vera dignità, finché c’è un altro “io” la cui dignità è abusata e ignorata».

«La schiavitù non è finita» ha dichiarato l’arcivescovo Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze sociali. E come ha dimostrato un documento presentato da Cristina De Castro, dell’AoS di Vigo, in Spagna, le conseguenze di questo lavoro forzato sono pesantissime anche per le famiglie di chi lavora nell’industria marittima.

Tre priorità

«Una cultura dell’indifferenza – ha osservato il cardinal Charles Bo di Yangon, nel Myanmar – ci impedisce di vedere come stiano attualmente vivendo e lavorando queste persone, rifugiati dei tempi moderni in mari senza leggi». La vita cristiana, ha aggiunto, ha il compito di contestare e sfidare questa indifferenza globalizzata. Uno strumento per farlo è la giusta informazione. A questo scopo il cardinale ha offerto un testo che risponde efficacemente a molte delle domande sui Rohingya, la minoranza di fede musulmana in fuga dalle violenze dell’esercito in Myanmar.

A concludere l’evento è stato padre Bruno Ciceri, missionario scalabriniano e segretario internazionale dell’AoS, che ha individuato tre priorità per il lavoro con i pescatori: assicurare le visite dei cappellani nei porti, sensibilizzare i consumatori sulle violazioni dei diritti nella catena dell’offerta di pesce e, in risposta al cardinal Bo, approntare una squadra AoS in Myanmar.