131 Anni fa nasceva la congregazione scalabriniana. Il messaggio per l’anniversario
Il 28 novembre 1887 il vescovo Giovanni Battista Scalabrini fondava la congregazione dei missionari che oggi portano il suo nome. L’impegno della Direzione generale è quello di “trovare strade sempre nuove di evangelizzazione e prossimità”
«Sono trascorsi 131 anni da quando il beato Giovanni Battista Scalabrini, di fronte all’appello di migliaia di emigranti, ha fondato la nostra Congregazione per accompagnarli e sostenerli nella loro ricerca di una vita degna».
Inizia con queste parole il messaggio Incontro, dialogo e annuncio dei missionari migranti, il testo che la Direzione generale dei missionari scalabriniani, eletta durante il XV Capitolo della congregazione recentemente svoltosi a Rocca di Papa, ha preparato per festeggiare l’anniversario della fondazione, nata il 28 novembre 1887.
«Celebrare l’anniversario della Congregazione è rinnovare la nostra comunione con le intuizioni e l’animo del Fondatore e del suo carisma e con la storia spesso sconosciuta ma esemplare di tanti confratelli che hanno dato e continuano a dare la loro vita per l’ideale scalabriniano».
Accanto alle “carovane permanenti e silenziose” dei migranti
Il messaggio ricorda anche alcuni dei passi compiuti di fronte al massiccio esodo migratorio in Centro America, come l’incontro del 12 novembre 2018 a Tapachula, in Messico, tra il superiore generale e il superiore provinciale della Provincia San Giovanni Battista e i confratelli che lavorano nelle case e centri di attenzione al migrante in Messico, Guatemala ed El Salvador.
Incontro in cui gli scalabriniani «hanno ribadito il loro impegno a fianco delle “carovane permanenti e silenziose” di migliaia di migranti Centroamericani e Messicani e di deportati dagli Stati Uniti e dal Messico che sono stati accolti fin dal 1986, anno di apertura della Casa del Migrante di Tijuana».
Un impegno che si traduce nel tentativo costante di «trovare strade sempre nuove di evangelizzazione e prossimità con i migranti, i rifugiati e i marittimi, seguendo l’itinerario proposto dal Capitolo generale».