Si è aperto l’Anno Scalabriniano. Padre Borin: “Il beato Scalabrini aveva una visione provvidenziale dell’emigrazione”
Tra il 4 e il 7 novembre conferenze e celebrazioni hanno avviato un anno speciale per far conoscere la figura del fondatore della congregazione scalabriniana. Eccole nel dettaglio
Il 7 novembre 2021 si è ufficialmente aperto l’Anno Scalabriniano, un tempo speciale indetto dai superiori dei tre Istituti della Famiglia scalabriniana per far risplendere la figura del beato vescovo Scalabrini, padre dei migranti. A fornire l’occasione è il venticinquesimo anniversario della beatificazione, che si celebrerà nel 2022 (era infatti il 9 novembre 1997 quando papa Giovanni Paolo II proclamava beato il fondatore della congregazione dei missionari scalabriniani, che servì “Cristo povero e crocifisso nei tanti bisognosi e sofferenti che predilesse con cuore di autentico Pastore solidale con il proprio gregge”).
L’Anno Scalabriniano è condotto con il patrocinio della diocesi di Piacenza-Bobbio e ha per tema Fare patria dell’uomo il mondo. A preparare l’avvio, nel weekend appena trascorso, alcuni appuntamenti che vediamo nel dettaglio.
4 Novembre, Casa Madre di Piacenza
Attualità del ministero e della spiritualità del Beato G.B.Scalabrini
Il 4 novembre 2021, in occasione della festa di san Carlo Borromeo patrono della congregazione scalabriniana, si è svolto presso la Casa Madre di Piacenza un incontro con il clero della diocesi dal titolo Attualità del ministero e della spiritualità del Beato G.B.Scalabrini.
«Scalabrini vedeva e ascoltava con il cuore e sopratutto agiva con l’intelligenza dell’amore – ha dichiarato nel suo intervento lo scalabriniano padre Mario Toffari, vicepostulatore della causa del beato – La spiritualità di Scalabrini è racchiudibile in una sola parola, che riassumeva tutta la sua attività: Incarnazione. Così nell’emigrato, nel sordomuti, nelle mondariso, nei poveri del suo tempo; lui non solo si commuoveva, ma vi vedeva Cristo».
Messa con il vescovo
Nello stesso giorno nella chiesa della Casa Madre di Piacenza è stata celebrata una Messa con monsignor Adriano Cevolotto, vescovo di Piacenza-Bobbio e abate di San Colombano. Nella sua omelia il vescovo si è concentrato sulla figura del buon pastore, quale era San Carlo, che diviene modello per ogni pastore nella Chiesa.
5 Novembre, Como
Migrazione. L’attualità del pensiero del beato Scalabrini
Il 5 novembre 2021 l’Auditorium Carducci di Como ha ospitato un incontro dialogo dal titolo Migrazione. L’attualità del pensiero del beato Scalabrini. «Essenziale è stata la sua capacità di coinvolgersi con il fenomeno migratorio – ha detto a proposito di Scalabrini monsignor Angelo Riva, direttore del Settimanale della diocesi di Como, che ha introdotto l’incontro – Non solo si è lasciato coinvolgere ma ha anche saputo attivare un coinvolgimento, un meccanismo partecipativo, una “cospirazione ideale”, arrivando a intercettare non solo l’elemento religioso che era suo proprio ma anche quello sociale e quello politico». È quanto ha ribadito anche padre Mario Toffari: «Scalabrini, a differenza dei santi del suo tempo, non si fermò all’opera di carità (…) andò disturbarepolitici, propose leggi e quant’altro perché l’emigrazione fosse corretta, sicura e di promozione umana».
Proprio sull’influenza politica si sono soffermati anche gli altri ospiti. Maria Grazia Sassi, consigliera provinciale, ha dichiarato di rappresentare «un segmento istituzionale, che è quello dei comuni e delle province, che non legifera: noi ci adattiamo a certe situazioni, cerchiamo di superarle insieme, di analizzarle e di vedere cosa possiamo fare (…) La figura e l’azione importante di monsignor Scalabrini (…) diventa un richiamo forte». «Trattiamo di un tema millenario e che non finirà, lo spostamento delle persone dovuto agli squilibri economici, dovuto molto spesso alle guerre – ha dichiarato il deputato Emanuele Fiano – faccio il politico ma, devo dire la verità, che ci sono delle forze politiche che certo non ci sono qui questa sera, che quando tu spieghi che le ragioni della migrazione delle persone delle genti sono dovute alle cose che abbiamo detto qui oggi (…) ti dicono “sono tutte balle”».
Un esempio riuscito di collaborazione è quello ricordato da Nello Scavo, giornalista, scrittore e inviato di Avvenire, che rileggendo i testi di Scalabrini vi ha trovato molta attualità. «È una cosa molto bella scoprire questo rapporto tra il beato Scalabrini e quello che oggi diremmo il “commissario di polizia” del porto di Genova – all’epoca, siamo nel 1887, era il direttore dell’ufficio di pubblica sicurezza del porto di Genova – con cui Scalabrini si scambiava delle lettere. (…) rispondendo a una delle lettere di Scalabrini il commissario di polizia, quindi un uomo che guarda alla migrazione dal punto di vista dell’ordine pubblico e della sicurezza, pensate cosa dice (…): “anch’io da parecchi anni batto, combatto e prego affinché privati e governo vogliano a questa grave bisogna della vita sociale ed economica rivolgere più cura e amore” e si riferiva al fenomeno della migrazione, che era soprattutto una migrazione in partenza; ma sapete perché risponde in questo modo il commissari di polizia? Perché Scalabrini aveva scritto un testo (…) nel quale tra l’altro teorizzava la “necessità di seguire e proteggere gli emigrati fin dal loro arrivo nei porti di imbarco”. Sui porti sapete che si è fatto e si fa una campagna elettorale che non finisce più… insomma più di cento anni fa c’è chi aveva capito esattamente esattamente come questo sarebbe stato poi utilizzato e quanto sarebbe stato importante invece cambiare fin d’allora l’approccio a questo tema».
Il video realizzato da padre Battistella
Durante l’incontro è stato proiettato un video sulla figura del beato Scalabrini e il contesto storico in cui ha operato e ha svolto il suo ministero, dando vita alle opere e alle realtà religiose che portano il suo nome. A realizzare il contenuto, che offre anche una panoramica dell’attuale presenza della congregazione nel mondo, è stato padre Graziano Battistella, consigliere generale e responsabile per la Vita religiosa e la Comunicazione.
7 Novembre, Como
Messa nella chiesa di San Bartolomeo
Il 7 novembre sono stati tre gli appuntamenti a Como. Nella parrocchia di San Bartolomeo, dove il beato Scalabrini fu parroco, sono state celebrate due Messe: e una alle 15,00. A seguire, i vespri nel Duomo, ai quali hanno partecipato i religiosi e le religiose della diocesi.
«Sono onorato e potrei dire commosso dice nel celebrare l’eucaristia e ancor più nel predicare in questa chiesa di San Bartolomeo in Como dove il beato Scalabrini ha vissuto la sua esperienza straordinaria e indimenticabile di pastore buono centocinquant’anni fa – ha dichiarato padre Gianni Borin nella sua omelia – Dopo vent’anni di episcopato, a Piacenza scrisse “San Bartolomeo è un ricordo soave e incancellabile dell’anima mia”. (…) Il beato Scalabrini, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo, precorre i tempi. Aveva una visione provvidenziale dell’emigrazione. Nonostante i drammi che si creano, afferma che l’emigrazione fonde perfeziona i popoli facendo patria dell’uomo il mondo, favorendo la costruzione del Regno di Dio nella fraternità tra persone e popoli.
(…) Scalabrini oggi certamente denuncerebbe quella che papa Francesco chiama la globalizzazione dell’indifferenza, e sarebbe per la costruzione di ponti più che di muri. Con il desiderio e l’impegno di conoscerlo meglio, chiediamo al beato Scalabrini di seguirlo e imitarlo nella pienezza dell’amore di Dio, un amore sincero e libero che si manifesta concretamente nell’amore e nel servizio per la dignità dei fratelli e delle sorelle qualunque sia la loro provenienza storia cultura o religione».
Le iniziative nel mondo
L’apertura dell’Anno Scalabriniano è stata salutata da alcuni dei principali organi di stampa cattolici (citiamo ad esempio L’Osservatore Romano, con un articolo di padre Gabriele Beltrami, direttore dell’Ufficio Comunicazione Scalabriniani – UCoS); Vatican News, con un’intervista alla scalabriniana suor Lina Guzzo; l’Agenzia Fides, con un intervista a padre Gianni Borin (qui un estratto video) ed è stata accompagnata da ulteriori messaggi alle comunità religiose da parte dei superiori delle province scalabriniane (tra i quali padre Martín Ignacio Gutiérrez, superiore della provincia Santa Francesca Cabrini, e padre Algacir Munhak, superiore della regione scalabriniana Nostra Signora Madre dei Migranti).
L’evento è stato poi ovviamente celebrato nelle varie missioni e parrocchie scalabriniane in tutto il mondo. Partiamo segnalando l’iniziativa della provincia Santa Francesca Cabrini (che raccoglie i missionari di Australia, Filippine, Giappone, Indonesia, Taiwan e Vietnam), che ha condotto un rosario in streaming coinvolgendo le varie comunità e seminari presenti su un territorio assai vasto.
In Brasile segnaliamo le iniziative nella Paróquia Nossa Senhora da Paz a São Paulo, nella Paróquia Santa Cecília e São Pio X a Rio de Janeiro, nella Paróquia Nossa Senhora da Boa Viagem a São Bernardo do Campo, nella Paróquia São Geraldo a Manaus, nella Paróquia Divino Espírito Santo a Cuiabá, nella Paróquia São José e Santa Felicidade a Curitiba. E ancora a Santos, a Ipiranga, a Guaporé. In Perù, le celebrazioni a Lima e a Tacna. In Uruguay, a Montevideo. in Argentina, a Buenos Aires. In Colombia, a Cúcuta.