Conferenza sulla tratta: cosa si è detto a Sacrofano
Dall’8 all’11 aprile 2019 si è svolta in provincia di Roma “Pastoral Orientations on Human Trafficking”, la conferenza della Migrants & Refugees Section sul fenomeno della tratta di persone
Dall’8 all’11 aprile 2019 a Sacrofano, in provincia di Roma, si è svolta Pastoral Orientations on Human Trafficking una conferenza internazionale promossa dalla Migrants & Refugees Section sul fenomeno della tratta di persone, «una piaga nel corpo dell’umanità contemporanea, una piaga nella carne di Cristo» ha dichiarato papa Francesco.
La tratta, un fenomeno tragico
Per quasi tre giorni gli oltre duecento coordinatori pastorali partecipanti (vescovi, sacerdoti, religiosi e laici) si sono confrontati per rendere operativi gli Orientamenti Pastorali sulla Tratta di Persone (OPTP).
Presentato alla stampa il 17 gennaio, il documento approvato dal pontefice permette non solo di comprendere meglio il tragico fenomeno della tratta ma propone anche soluzioni e pratiche concrete per sradicarlo che costituiranno un programma di lavoro per i prossimi tre anni. La conferenza si è conclusa giovedì 11 aprile, con il saluto di papa Francesco nell’Aula Nuova Del Sinodo. Ecco in sintesi alcuni degli interventi.
9 aprile 2019 – Sfruttamento, mercificazione e schiavismo
Ogni sessione ha approfondito una particolare situazione di sfruttamento, particolarmente di donne e bambini. Nel primo giorno di lavori, il 9 aprile, i partecipanti hanno affrontato il tema dello sfruttamento sessuale, della mercificazione delle vittime, del loro coinvolgimento nello schiavismo lavorativo e del rapporto con i fronti di crisi internazionale.
Padre Michael Czerny, gesuita e sottosegretario della Sezione Migranti, e il cardinale Peter Turkson, prefetto del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, hanno rispettivamente sottolineato la necessità di ascoltare direttamente coloro che soffrono a causa della tratta per aiutarli efficacemente, e la responsabilità di ciascun membro della Chiesa di lavorare per la promozione della dignità umana di tutti.
Jessica Sparks, Rights Lab Research Fellow in Antislavery and Ecosystems presso l’University of Nottingham, è intervenuta in merito al lavoro schiavistico nel settore marittimo, dove la carenza di lavoratori locali accresce la domanda di migranti come risorsa necessaria. Nel lavoro di contrasto alle pratiche di sfruttamento, Sparks ha sottolineato quattro passaggi: prevenzione tramite politiche integrate, protezione (anche delle risorse naturali), azione penale e partenariati per il soccorso in prima linea.
Zhou Mi, della International Labour Organization (ILO), ha indicato i numeri dello sfruttamento lavorativo: sono 16 milioni le vittime, l’11,3% delle quali nel settore agricolo e marittimo. Mi ha anche denunciato il rifiuto di riconoscere il contributo alla società dei lavoratori migranti.
10 aprile 2019 – Matrimonio coatto e commercio di organi
Il 10 aprile ci si è invece concentrati sulle altre forme di tratta come il matrimonio coatto e la tratta per la servitù, «forme meno eclatanti ma più subdole e pericolose» le ha definite padre Fabio Baggio, missionario scalabriniano e sottosegretario della Migrants, in un’intervista a Vatican News.
Si è parlato anche di accattonaggio e del drammatico mondo del commercio di organi, per poi analizzare le procedure di identificazione e prevenzione nel perseguimento della tratta, la protezione dei sopravvissuti, la strategia di comunicazione pastorale e la collaborazione tra enti diversi.
Nancy Scheper-Hughes, docente di Medical Anthropology presso la UC Berkeley, e Nancy Ascher, docente di Chirurgia presso la UCSF, sono intervenute sul tema del traffico di organi parlando rispettivamente dell’urgenza di perseguire i trafficanti che costringono i poveri a vendersi, e della necessità di contrastare le pratiche di trapianti illegali che coinvolgono i migranti.
Mark Odion, del Santa Marta Group, ha introdotto il suo intervento partendo provocatoriamente dal prezzo di uno schiavo, indicando la sua variazione nel tempo e i settori che sembrano maggiormente trarne profitto (agricoltura, servitù domestica, autolavaggio); se nel Regno Unito la prevenzione dello sfruttamento può funzionare, ha aggiunto, è grazie alla collaborazione tra paesi di origine e di destinazione.
Su questo stesso argomento è intervenuta anche suor Gabriella Bottani, coordinatrice internazionale di Talitha Kum, che ha sottolineato il ruolo essenziale della collaborazione tra enti.