Il beato Scalabrini nel Giardino dei Giusti di Agrigento
Al vescovo e fondatore dei missionari scalabriniani è dedicata una stele all’interno del Parco archeologico della Valle dei Templi
In occasione della quinta edizione del forum internazionale La terra è di tutti. Migrazione globale, dramma epocale, svoltasi ad Agrigento dal 29 novembre al 9 dicembre 2019 e promossa dall’Accademia di Studi Mediterranei, il 6 dicembre sei nuove stele sono state collocate nel Giardino dei giusti all’interno del Parco archeologico della Valle dei Templi. Tra di esse c’e anche quella dedicata al beato Giovanni Battista Scalabrini, fondatore della congregazione scalabriniana.
Mariella Guidotti, responsabile del servizio Migrantes della diocesi e missionaria secolare scalabriniana, ne ha presentato la figura durante il forum con una relazione dal titolo Il pensiero profetico e l’opera del vescovo Scalabrini nelle migrazioni del suo e del nostro tempo.
Mariella Guidotti: “Una festa grande per noi”
Il Giardino dei Giusti di Agrigento è stato inaugurato nel dicembre 2015 e si trova nella via Sacra della Collina dei Templi, all’interno del parco dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. La rete di cui fa parte, nota come GaRiWo (Gardens of the Righteous Worldwide), conta più di cento Giardini in tutto il mondo: luoghi di memoria e di dialogo, come lo Yad Vashem di Gerusalemme, che ospitano iniziative e mantengono vivi gli esempi di quanti hanno difeso i valori umani di fronte a leggi ingiuste o all’indifferenza della società.
«È stata un’occasione importante a livello pubblico, e una grande festa per noi – ha dichiarato Mariella Guidotti – Ha permesso di esprimere l’attualità del suo pensiero e della sua opera, di sentirlo vivo oggi: per la sua intelligenza lungimirante ed intuitiva, come gli riconobbe Giuseppe Toniolo, radicata nell’amore a Gesù Crocifisso e all’Eucaristia che gli consentiva di partire dal Tutto per chinarsi sul particolare, cosicché pur intervenendo in modo concreto e puntuale nelle diverse situazioni, la sua azione non è rimasta chiusa nei confini del suo tempo».
A monsignor Tomasi il premio Empedocle
A rappresentare la famiglia scalabriniana, oltre alla comunità delle missionarie secolari scalabriniane di Agrigento (presenti nella città dal 2014, come racconta proprio di Mariella Guidotti nei suoi articoli pubblicati sulla rivista Scalabriniani), c’erano anche alcune suore missionarie scalabriniane e monsignor Silvano M. Tomasi, missionario scalabriniano e membro del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale.
«Partendo dall’esempio di tante persone che hanno impegnato la loro vita a servizio degli altri, o addirittura sono morti per testimoniare la fedeltà al loro dovere, abbiamo l’impulso a continuare su questa strada» ha dichiarato monsignor Tomasi, che anche ricordato i milioni di italiani che sono emigrati nelle Americhe o in altre parti del mondo
E proprio a monsignor Tomasi è andato il Premio Empedocle, assegnato a quanti simboleggiano nei diversi campi della cultura e dell’impegno sociale i valori riconducibili all’affermazione dei sacri diritti umani e della legalità. Il 7 dicembre, in occasione del conferimento del premio, monsignor Tomasi ha tenuto una lectio magistralis sulle migrazioni mondiali dal titolo Migrazione in una realtà globalizzata.