In tempo di pandemia: la solidarietà scalabrianiana da Lima a Kaohsiung
Continua il nostro racconto delle iniziative intraprese dai missionari per aiutare i più vulnerabili durante l’emergenza covid-19
In questi mesi di lockdown per la pandemia di covid-19 sono state molte le iniziative intraprese dalle missioni e dai centri scalabriniani nel mondo in supporto di quanti hanno trovato difficoltà a soddisfare anche le più basilari esigenze, tanto nella popolazione migrante quanto in quella residente.
Nell’articolo precedente vi abbiamo parlato delle missioni in Brasile in Cile. Vediamo ora ulteriori testimonianze scalabriniane di impegno e solidarietà nei confronti dei più vulnerabili.
Vi ricordiamo che ospita un inserto dal titolo Domande in tempo di pandemia, a cura della Direzione generale scalabriniana. Scalabriniani è una rivista che promuove la solidarietà culturale, sociale e religiosa nei confronti dei migranti ed è possibile (l’articolo della Direzione generale si trova alle pp. 19-20).
Sud America
Perù e Argentina
A Tacna, nella città di Lima in Perù, c’è la Casa de Acogida Santa Rosa de Lima. I problemi non sono stati pochi, inclusi quelli con le autorità per la gestione della situazione. «Nel primo mese di quarantena, che ha comportato la chiusura totale dei confini [dalla metà di marzo alla metà di aprile], si è registrato l’ingresso irregolare nel paese di oltre 300 migranti, soprattutto haitiani, venezuelani e colombiani – scrivono i missionari – Ai migranti alloggiati nella nostra struttura casa abbiamo dato la possibilità di rimanere per tutto il tempo di isolamento sociale obbligatorio. (…)
Il dialogo con le autorità è stato inefficace: ci chiedevano di ricevere i gruppi di migranti che continuavano a entrare in Perù in modo irregolare ma senza alcuna assunzione di responsabilità da parte loro per le eventuali emergenze sanitarie che avrebbero potuto verificarsi all’interno della casa. Non abbiamo permesso l’accesso a nessuna delle oltre cento persone che hanno bussato alla nostra porta, per assicurarci che tutti in casa stessero bene. Davanti a questa deplorevole situazione, come pastorale del migrante e con le risorse di alcuni piccoli progetti di mantenimento dei nostri servizi, abbiamo iniziato a offrire aiuto con cibo, prodotti per l’igiene, materassi, coperte e vestiti».
A Mendoza, in Argentina, la Parroquia Madre de los Migrantes e la Escuela Scalabrini hanno ospitato rispettivamente una quarantina e un’ottantina di persone. «In questo periodo siamo riusciti ad aiutare ventitré famiglie venezuelane e oltre centoventi persone – scrivono i missionari – Le nostre risorse provengono dalla comunità religiosa scalabriniana, dal progetto “Puentes de Solidariedad” promosso dalla Migrants & Refugees Section, da alcune istituzioni e da persone di buona volontà».
Altri stati
Ovviamente la presenza scalabriniana si estende anche ai territori degli altri stati. Vi rimandiamo per essi alla lettura dei contenuti ospitati da altre pagine scalabriniane: La Paz (Bolivia), Tijuana (Messico), El Salvador, Tecún Umán (Guatemala), Bogotà (Colombia, dove sono anche in corso i lavori di ristrutturazione del centro di accoglienza) e Cúcuta (dove è anche iniziata la costruzione di un nuovo centro).
Asia
Taiwan e Filippine
«È un video che dura meno di due minuti – scrive padre Ansensius Guntur, missionario scalabriniano e direttore dello Stella Maris Kaohsiung – ma racconta i nostri sforzi per prenderci cura dei pescatori durante la pandemia di covid-19». Il centro Stella Maris di Kaohsiung è stato fondato nel 1968 e fa parte dell’Apostleship of the Sea (AOS), una rete internazionale di supporto e di assistenza spirituale ai marittimi, ai pescatori e ai marinai.
In un recente bollettino della Migrants & Refugees Section dedicato ai canali di informazione per gli sfollati, si parla anche dei tre centri scalabriniani che nelle Filippine «operano ancora nonostante le difficoltà finanziarie e sanitarie: il centro Stella Maris dell’Apostolato del Mare, e il Centro Scalabrini per Persone in Movimento e il Dormitorio Pius, che insieme ospitano 259 persone più 8 membri dello staff». Ecco i due articoli originali scritti da padre Paulo Prigol, coordinatore dell’Apostleship of the Sea per il Sud-Est asiatico e direttore dello Scalabrini Center for People on the Move (SCPM): e .
Europa
Italia e Sudafrica
«Santa Maria della Luce, Trastevere, punto di riferimento dei latinoamericani nella capitale. Il covid è stato un ciclone che ha spazzato le poche sicurezze di una comunità fatta di immigrati. I padri scalabriniani cercano di organizzare gli aiuti».
Sono le parole del giornalista Enzo Romeo, che in un servizio del Tg2 andato in onda il 9 giugno 2020 ha raccontato le iniziative per fronteggiare l’emergenza covid-19 messe in piedi dalla chiesa scalabriniana di Santa Maria della Luce a Roma. Qualche giorno dopo anche la CNN En Español si è interessata alle attività della cappellania latinoamericana di Roma (ecco il servizio del giornalista Javier Romero).
La missione latinoamericana di Roma aderisce alla campagna di solidarietà #UnaSolaCasa, promossa dall’Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (ASCS) e dallo Scalabrini International Migration Network (SIMN). Grazie ai fondi raccolti è stato possibile aiutare varie missioni nel mondo, tra le quali la Saint Patrick’s Catholic Church di Johannesburg, in Sudafrica, di cui si più volta parlato sulle principali testate (ecco ad esempio l’articolo di Avvenire).
Sempre in Sudafrica lo Scalabrini Centre of Cape Town (SCCT) ha raccolto sul suo sito una serie di importanti informazioni per i migranti e i rifugiati nel paese durante la pandemia di covid-19: si va dalle indicazioni per la documentazione ai numeri di emergenza.
Su Scalabrini.net, il sito della Regione scalabriniana Beato Giovanni Battista Scalabrini (che, ricordiamolo, raccoglie i missionari di Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Lussemburgo, Mozambico, Portogallo, Sudafrica e Svizzera) è inoltre disponibile una serie di testimonianze dalle missioni scalabriniane in Europa che raccontano come sono state vissute la Quaresima e la Pasqua durante il lockdown.