La difficile vita dei marittimi. Il report dell’AOS di Montevideo
Padre Tamar, missionario scalabriniano e direttore del centro Stella Maris, descrive le attività condotte durante l’anno dall’Apostleship of the Sea nella capitale uruguaiana
Padre Tamar Frandry, missionario scalabriniano e direttore del centro Stella Maris di Montevideo, in Uruguay, ha recentemente curato la pubblicazione dell’AOS Yearly Report 2019, il documento che raccoglie le informazioni e le attività condotte durante l’anno dall’Apostleship Of the Sea nella regione.
L’Apostolato del Mare (noto anche come Apostolatus Maris o Stella Maris) è una rete internazionale di supporto e di assistenza spirituale ai lavoratori del mare. La vita dei marittimi è pericolosa e solitaria: lontani da casa, dalla famiglia e dagli amici anche per dieci o undici mesi l’anno, molti soffrono la solitudine. Grazie all’impegno di centinaia di cappellani e operatori volontari, l’AOS riesce a dare loro conforto operando in 334 porti di 59 paesi nel mondo.
Quest’anno ricorre il centenario della sua fondazione. Le celebrazioni sono iniziate il 4 ottobre 2019 e si concluderanno con il XXV Congresso mondiale di Glasgow, dal 29 settembre al 4 ottobre 2020.
Il report nei dettagli
I missionari scalabriniani raggiungono ogni mattina il porto sapendo già se ci sono imbarcazioni e con quanti marinai. Ottenuto il permesso dal capitano, salgono a bordo e si presentano all’equipaggio.
In questi luoghi rispondono alle necessità di lavoratori che sopportano ritmi estenuanti, non hanno un luogo comodo per riposare né tantomeno la possibilità di dare tempo allo spirito. Molti chiedono soltanto di parlare.
I missionari visitano i lavoratori sulle navi, sui pescherecci ma anche negli ospedali (dove in caso di necessità i marittimi si ritroverebbero altrimenti del tutto soli). Non mancano le occasioni ricreative come i giri turistici alla città, ma naturalmente molte attività avvengono nei centri Stella Maris, dove si offre ospitalità e momenti di celebrazione e condivisione.
Nel 2019 Stella Maris ha visitato 439 navi raggiungendo 3791 persone, accogliendone 849 nei centri. Solo nel mese di dicembre, grazie al progetto coordinato dallo Scalabrini International Migration Network (SIMN) e ACE è stato fornito supporto a più di cento persone.
Montevideo e gli scalabriniani
La rivista Scalabriniani ha dato più volte spazio al racconto della presenza missionaria nella capitale dell’Uruguay. La giornata di un missionario impegnato per l’Apostleship of the Sea a servizio dei marittimi è stata ad esempio raccontata da padre Jesus González nel suo articolo Un porto sicuro, il lavoro con i marittimi a Montevideo (pp. 28-29): «Nella pastorale del mare abbiamo tre obiettivi specifici: l’incontro, il servizio e la celebrazione. I cappellani vanno incontro ai marinai. Si recano al porto. Illustriamo la missione. Un 50% dei marinai a livello mondiale conosce già la Stella Maris e i club di marinai».
Ma, come detto, a Montevideo c’è anche un parrocchia scalabriniana, quella di Nuestra Señora de la Asunción. A raccontarne le attività è stato padre Hemilio Cortes, nell’articolo Una variegata azione missionaria con i migranti (pp. 28-29): «Nel 1983 ci è stata affidata la parrocchia nel quartiere storico di La Blanqueada. Grazie al lavoro pastorale dei missionari sia la Chiesa sia la società civile si sono mostrate sempre più sensibili al fenomeno della mobilità umana».
Infine della realtà pastorale nella capitale ha parlato anche padre Matteo Luison, che a Montevideo ha fatto una Esperienza del piccolo (pp. 23-24): «Come dimensione e ritmo di vita, non ha niente a che vedere con la vicina Buenos Aires o con altre metropoli come Città del Messico o São Paulo; ed è precisamente questo ambiente ridotto e queste dinamiche più semplici che aiutano a distogliere la riconoscere le persone nella loro singolarità e concretezza. Ci sono soprattutto gruppi piccoli e famiglie, e questo ci offre la grandissima opportunità di avvicinarci e conoscerci di più, di condividere con maggior profondità ed arricchirci reciprocamente».