Manila, la Roma dell’Asia

Arrivati nel sud-est asiatico più di trent’anni fa, i missionari scalabriniani hanno contribuito a rendere la capitale delle Filippine uno dei più attivi centri di studio teologico del continente. Diamo uno sguardo più da vicino alla realtà formativa che cambierà il volto della congregazione, e non solo

Manila si trova nel cuore del sud-est asiatico ed è la capitale delle Filippine, un paese con più di 7mila isole che ha la stessa superficie dell’Italia ma una popolazione di 100 milioni di abitanti (di cui la metà sotto i venti anni). I padri scalabriniani arrivarono qui nel 1982 per permettere alla provincia dell’Australia di affrontare le nuove sfide della migrazione asiatica e accompagnare le nuove vocazioni. La presenza in Asia si sarebbe rivelata determinante, permettendo alla congregazione di estendere la propria missione anche in Indonesia e Vietnam.

La realtà scalabriniana a Manila conta oggi il seminario scalabriniano di filosofia e di teologia, lo Scalabrini Center for People on the Move (SCPM), dove i padri offrono un servizio ai marinai, il centro Pio XII e il dormitorio Ermita Stella Maris gestito da padre Luiz Flávio Prigol. Vi sono inoltre l’Episcopal Commission for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People (ECMI), nella quale lavora padre Restituto Ogsimer e lo Scalabrini Migration Center (SMC), diretto da padre Renato Graziano Battistella.

Il centro ecclesiale per la formazione del clero in Asia

Trent’anni fa, quando ancora non era diventata un centro internazionale per la formazione religiosa del sud-est asiatico, la scelta di Manila è stata provvidenziale. In quel tempo quasi tutti i seminaristi che si preparavano al sacerdozio erano filippini e gli stranieri costituivano una piccola minoranza. Ora Manila sta diventando sempre più un centro ecclesiale per la formazione del clero in Asia.

La University of Santo Tomas è la più antica università cattolica della nazione ed è frequentata da due dei nostri teologi; la Loyola School of Theology, attualmente quella con più studenti di teologia, è anche quella in cui studia la maggioranza dei teologi scalabriniani; tre dei nostri studenti, infine, sono rispettivamente iscritti alla St. Vincent School of Theology dei padri vincenziani, alla Recoletos School of Theology degli agostiniani, e alla Merryhill School of Theology della Congregation of the Immaculate Heart of Mary (CICM).

A completare il quadro degli istituti, l’Institute for Consecrated Life in Asia (ICLA), un ateneo con una specializzazione in Missiologia; l’Institute of Formation and Religious Studies (IFRS), una scuola di formazione teologica; la facoltà di teologia di Tagaytay, a breve distanza da Manila, che appartiene ai padri SVD e ha essa pure un indirizzo in Missiologia.

Una teologia orientata al dialogo interreligioso

Quasi tutte queste facoltà di teologia richiedono quattro anni per conseguire il baccalaureato o il master in teologia, mentre sono necessari altri due o tre anni per ottenere la licenza. Naturalmente, al termine dei loro studi in teologia, tutti i nostri studenti devono ottenere anche un certificato in Migrazione presso la Loyola School of Theology.

Tutti gli istituti nominati hanno registrato negli ultimi anni un gran numero di studenti provenienti da Vietnam, Indonesia, Corea, India, Sri Lanka, Pakistan, Cina, Timor Est, Congo, Brasile, Colombia, Mexico, Haiti e da alcuni paesi europei. Non possiamo certo paragonare Manila a Roma, ma certamente possiamo dire che Manila è diventata la Roma dell’Asia. A caratterizzare lo studio della teologia in Asia è l’interesse per il dialogo interreligioso, spesso assente nelle facoltà di altri paesi ma qui avvertito dai seminaristi come determinante per il proprio futuro ministero.

Una pastorale per gli oltre 300mila marittimi filippini

In passato la mancanza di uno specifico apostolato scalabriniano era una delle maggiori carenze per i nostri studenti di teologia. Il 10% della popolazione delle Filippine è emigrata e il paese, non avendo la possibilità di offrire un impiego, non riceve emigranti. È sempre stato difficile per i nostri teologi trovare un’esperienza di apostolato durante il periodo di studio. La situazione non è cambiata molto, ma ora si sta cercando di capire come contribuire alla pastorale dei marinai. Le Filippine sono infatti il paese con il maggior numero di seafarers (marittimi) al mondo: più di 300mila, la maggioranza dei quali si prepara al servizio proprio nell’area di Manila.

Anche se la pastorale per i marinai non è tra le priorità del clero locale, la Chiesa si rende sempre più conto di non poter trascurare il numero crescente di persone che si preparano a emigrare. L’urgenza di un tale servizio è emersa proprio recentemente, conversando con sua Eminenza il cardinale Luis Antonio Tagle e con il vescovo di Cubao, monsignor Honesto Ongtioco. Se i parroci non possono offrire questo servizio perché sono presi dalle tante responsabilità parrocchiali, potrebbero farlo i nostri teologi scalabriniani.

Una congregazione dal volto asiatico

Si tratta solo di individuare le zone nelle quali si concentrano questi marinai e attivare le vicine parrocchie. Alcuni dei nostri teologi sono già attivi in alcuni centri scalabriniani come i già citati SCPM, Pio XII ed Ermita, che offrono dormitori, sostegno e visite a bordo delle navi ferme per alcuni giorni nel porto di Manila. In alcune parrocchie sono nati dei Migration Desk per il servizio alle famiglie dei migranti che vivono nella metropoli. Naturalmente c’è ancora molto da fare per sensibilizzare ai migranti, ma qualcosa già si sta facendo.

Quest’anno quattro religiosi sono stati ordinati diaconi: Ndino, Peter, Atan e Luan. Per il mese di maggio del 2015 saranno ordinati sacerdoti. Altri otto religiosi si stanno preparando per la professione perpetua e per l’ordinazione diaconale. Grazie alle molte vocazioni che fioriscono qui in Asia stiamo espandendo il nostro seminario di teologia per accogliere un maggior numero di religiosi che si prepareranno al sacerdozio. Non c’è dubbio che la congregazione scalabriniana avrà un volto nuovo nei prossimi anni: quello asiatico. Prepariamoci e apriamo le braccia a questa nuova realtà.

Padre Mariano Cisco