Pace con tutti: il messaggio di padre Chiarello per la Quaresima 2022
Nel suo testo per il cammino di preparazione alla Pasqua il superiore generale scalabriniano parla della guerra in Ucraina e invita: “Facciamo quello che possiamo per aiutare chi è nel bisogno”
Non poteva che partire da quanto sta accadendo in Ucraina a seguito dell’invasione russa il messaggio per la Quaresima di padre Leonir Chiarello, superiore generale della congregazione scalabriniana. Un testo, il suo, che «vuole essere un invito a fare della pace il fulcro che guidi il nostro cammino quaresimale» e che fa più volte riferimento tanto alle riflessioni del Fondatore, alla cui figura è dedicato uno speciale Anno Scalabriniano, quanto alle riflessioni di papa Francesco che «come i suoi predecessori, sulla pace si è espresso innumerevoli volte». Leggiamo allora nel dettagli alcuni estratti di Pace con tutti, il messaggio per il cammino di preparazione della Pasqua.
La pace è un dono
«Ce lo ha ricordato papa Francesco all’inizio di quest’anno: “In ogni epoca, la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso”. (…) Allora, un primo passo nel cammino quaresimale consiste nel ringraziare Dio per il dono della pace, apprezzare questo dono e assicurarci che non si rompa, che non vada perduto.
La pace donata è fragile, perché tutti i doni, proprio perché preziosi, sono fragili e quindi vanno protetti. Ogni protezione implica combattimento, ma è il combattimento con noi stessi. Dobbiamo combattere la nostra incuria, la trascuratezza per questo dono che solo Dio ci può dare».
“I rifugiati sono la nostra gente, la nostra missione”
«Non c’è pace con Dio se non siamo in pace tra noi. (…) Lo raccomandava insistentemente Scalabrini: “Ciascuno sia calmo e tollerante nell’adempimento dei propri doveri, ciascuno compatisca i difetti dell’altro, ciascuno si studi di conservare l’unità dello spirito mediante il vincolo della pace”. (…)
A volte la pace è scambiata per la tranquillità di chi non ha fastidi, di chi si tiene fuori dai problemi e dalle difficoltà, di chi ignora quanto sta accadendo per non doversi coinvolgere. Non è questa la pace che è dono di Dio. Gesù stesso ha detto che non è venuto a portare quella pace. E papa Francesco ha tacciato “l’indifferenza globalizzata” come uno dei grandi mali del nostro tempo.
È l’indifferenza che nasce dal non sapere, perché l’interesse è rivolto ad altro; oppure l’indifferenza di chi sa ma non si sente toccato; o l’indifferenza di chi si informa e ne parla e pensa di aver agito solo perché ha parlato. “Vinci l’indifferenza e conquista la pace” ci ha detto Francesco. E Scalabrini ricordava: “Ciò che porta la pace agli uomini, glorifica Dio e ciò che glorifica Dio porta la pace agli uomini”.
Le grandi tragedie suscitano coinvolgimento. La guerra in Ucraina suscita coinvolgimento perché esce dagli schemi di quello che si ritiene un ordine mondiale, anche se costellato da tanto disordine. Lasciamoci coinvolgere, coinvolgiamo la nostra gente, facciamo quello che possiamo per aiutare chi è nel bisogno e per rafforzare il segnale che siamo contrari alla risoluzione dei problemi attraverso le armi. Ci saranno sicuramente tanti rifugiati da quel conflitto. I rifugiati sono la nostra gente, la nostra missione. I governi in Europa si stanno attivando per accoglierli. Speriamo che riescano a ridare speranza a chi è costretto a fuggire. Ma domandiamoci se possiamo anche noi, nelle nostre missioni, nel nostro piccolo, fare qualcosa».
La pace, bene inestimabile
«Stiamo vivendo un anno speciale [l’Anno Scalabriniano, ndr], in cui ci lasciamo guidare dalla convinzione di Scalabrini che la migrazione sta facendo patria dell’uomo il mondo. Dopo oltre cent’anni possiamo dire che è avvenuto, che molti vivono in una dimensione transnazionale, come scritto dagli studiosi. Eppure, non tutte le migrazioni sono state un avvenimento pacifico. (…)
Noi siamo a fianco dei migranti per una trasformazione pacifica del mondo, perché i confini non siano barriere di divisione ma luogo di incontro. (…) Siamo a fianco della pace, come ci ha raccomandato Scalabrini: “Pace in casa, e fuori di casa, pace con tutti”, perché è un bene inestimabile. (…) Quando ci sentissimo impotenti, lontani dal poter determinare un cambiamento nei grandi avvenimenti del mondo, non tralasciamo di pregare per la pace, di pregare perché “l’arcobaleno della pace s’incurvi sulla terra in tutti i suoi gentili colori”».