4 Novembre: festa di san Carlo, patrono degli scalabriniani

Nel giorno del patrono della congregazione, la Direzione generale scalabriniana invita i confratelli a pregare per farsi trovare pronti e coraggiosi di fronte alle sfide del fenomeno migratorio

«Le migrazioni costituiranno un elemento fondante del futuro del mondo» ha dichiarato papa Francesco nella sua ultima enciclica Fratelli tutti, riprendendo significativamente le parole pronunciate di fronte al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede nel gennaio 2016.

«Preghiamo san Carlo di farci trovare pronti e coraggiosi» aggiunge la Direzione generale scalabriniana nel breve testo di auguri con cui si rivolge ai confratelli nel giorno in cui la Chiesa celebra il patrono dei missionari scalabriniani, san Carlo Borromeo. Il richiamo al coraggio non è casuale: vescovo di Milano durante la peste del 1576, san Carlo scese infatti nelle strade per confortare i malati colpiti dal morbo, rischiando egli stesso il contagio.

Traditio Scalabriniana, numero di novembre 2020

Per l’occasione la Direzione generale ha pubblicato il nuovo numero di Traditio Scalabriniana, i sussidi per l’approfondimento del carisma scalabriniano con riflessioni ed esperienze dai tre istituti di vita consacrata che compongono la Famiglia scalabriniana.

In particolare la pubblicazione #32 (novembre 2020) raccoglie interventi del missionario scalabriniano padre Gabriele Bentoglio (Incontro, dialogo e annuncio nella guarigione di un uomo cieco dalla nascita), della missionaria secolare scalabriniana Anna Fumagalli (Itineranza, una dimensione fondamentale della vita cristiana) e della suora missionaria scalabriniana Valdiza Carvalho (“Estação de Roraima”. Experiência com imigrantes e refugiados). I tre articoli sono disponibili anche in inglese.

Una lettura di fede del fenomeno migratorio

«Di fronte all’attualità e complessità del fenomeno migratorio – si legge nel contributo di padre Bentoglio, che è anche postulatore generale della congregazione scalabriniana – si è fatta strada nella Chiesa in questi anni l’esigenza di una lettura di fede capace di riconoscere nel cammino dei migranti – pur segnato da gravi ingiustizie che vanno denunciate e combattute – il segno vivo della vocazione dell’umanità, chiamata a camminare fino a diventare un’unica famiglia di popoli diversi. (…) Nelle diverse chiese locali oggi sta crescendo la consapevolezza che la strada per intervenire con lungimiranza ed efficacia è proprio quella di una lettura di fede del fenomeno migratorio nei suoi molteplici aspetti».

La Direzione generale augura a tutti i confratelli di vivere nella gioia, nella comunione e nella fede la festa del patrono della congregazione.