La congregazione scalabriniana festeggia 133 anni. Da padre Chiarello l’invito a “creare una cultura vocazionale”
Sabato 28 novembre 2020 i missionari festeggiano l’anniversario della fondazione. Ecco il messaggio del superiore generale
Sabato 28 novembre 2020 la congregazione scalabriniana celebra il 133° anniversario della sua fondazione. Nel suo messaggio per l’occasione, intitolato Creare una cultura vocazionale, il superiore generale padre Leonir Chiarello si rivolge ai suoi confratelli scalabriniani ricordando i passaggi principali di una storia iniziata nel 1887 e fatta a sua volta di tante storie.
«I grandi capitoli li conosciamo – si legge nel testo – La sensibilità di un vescovo guidato dallo Spirito, l’urgenza di rispondere a un problema grande, la fiducia nonostante gli inizi modesti. Poi la crisi per mancanza di fiducia, la ripresa perché la fiamma non si era spenta e il coraggio di allargare: allargare il fine, allargare i confini della missione, gettare la rete in altri mari. Una storia meravigliosa, da raccontare sempre, con voci diverse».
Gioia, testimonianza e coraggio
Una storia che è vocazione e che non deve interrompersi: «Sono troppi i migranti che continuano a partire, quelli che non riescono ad arrivare, quelli che rimangono soli, quelli costretti soltanto a lavorare. Dobbiamo incrociare la nostra storia con la loro, dobbiamo trasformare la loro e la nostra storia in storia di salvezza».
Per acquisire una cultura vocazionale, afferma padre Chiarello, sono necessari tre passaggi: la gioia per la propria vocazione, la testimonianza come cammino («Il cammino vocazionale non termina con la professione. La professione non è raggiungere uno status, l’appartenenza a un gruppo, la sicurezza nella vita. È l’inizio di una testimonianza») e infine il coraggio nelle scelte pastorali, affinché queste possano corrispondere alle reali necessità della missione («Non è tempo di vivere di rendita. Sono scelte che dobbiamo fare come gruppo, perché solo queste avranno continuità. Le avventure individuali hanno vita breve»).
Raccontare gli scalabriniani attraverso i media
L’ultimo richiamo è all’importanza del racconto e dei mezzi di comunicazione per raccontare: «Dobbiamo raccontare del nostro Fondatore, parlare della nostra storia, dar modo a chi ci vuole conoscere di sapere il perché della nostra scelta. I moderni mezzi di comunicazione offrono molte possibilità alla creatività di chi vuole raccontare. (…) Si tratta di continuare a narrare le nostre storie e la nostra storia, a riprendere il filo del racconto di chi ci ha preceduto e di chi cammina con noi, perché è bello narrare le meraviglie del Signore».