Monsignor Tomasi, cardinale di papa Francesco
Tra i tredici porporati voluti dal pontefice c’è anche il missionario scalabriniano, arcivescovo titolare di Asolo. Il concistoro si svolgerà nel giorno dell’anniversario della fondazione della congregazione scalabriniana. E a breve distanza è arrivata anche la nomina a Delegato speciale presso l’ordine di Malta
Il 25 ottobre 2020 al termine dell’Angelus papa Francesco ha annunciato direttamente ai fedeli un nuovo concistoro, il settimo del suo pontificato, per la creazione di tredici nuovi cardinali. Tra i sei porporati italiani c’è monsignor Silvano Maria Tomasi, missionario scalabriniano e arcivescovo titolare di Asolo. Il concistoro è fissato per il prossimo 28 novembre, vigilia della prima domenica di Avvento e anniversario della fondazione della congregazione scalabriniana.
«In un certo senso direi che niente avviene per caso – ha dichiarato monsignor Tomasi nell’intervista rilasciata a a padre Gabriele Beltrami, direttore dell’Ufficio Comunicazione Scalabriniani (UCoS) – il fatto che questa volta il concistoro cade il 28 novembre, anniversario della fondazione della nostra famiglia scalabriniana, direi che è molto incoraggiante, molto bello e anche perché, in più, l’annuncio è stato fatto nell’anniversario della fondazione delle suore scalabriniane».
L’apprezzamento del pontefice per l’impegno scalabriniano
Monsignor Tomasi – che avendo recentemente compiuto ottant’anni (il 12 ottobre), non potrà entrare a far parte del prossimo conclave – ritiene che con questa nomina papa Francesco abbia voluto dare un messaggio su due fronti: «Il primo è un senso di apprezzamento per il lavoro che la congregazione scalabriniana fa per i migranti in giro per il mondo, per i marittimi pescatori, per queste categorie di persone che sono emarginate un po’ nella società e che si trovano in situazioni di grande difficoltà. (…) È soprattutto questa presenza in mezzo e con i migranti che viene apprezzata perché mostra una attuazione concreta delle encicliche di papa Francesco (…).
Secondo punto è che la diplomazia multilaterale della Santa Sede è cresciuta enormemente negli ultimi anni; a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale si è andata a mano a mano rafforzando e ridefinendo». Tenendo ben presente la figura del beato Giovanni Battista Scalabrini quale modello moderno di testimonianza e di ministero nella Chiesa, monsignor Tomasi (membro fondatore del Center for Migration Studies – CMS di New York) ha ricoperto diversi importanti ruoli. È stato nunzio apostolico in Etiopia, Eritrea e Gibuti; nel 2003 san Giovanni Paolo II lo ha nominato Osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite ed istituzioni specializzate di Ginevra; nel 2011 è diventato rappresentante della Santa Sede presso l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
«La mia esperienza di tredici e più anni alle Nazioni Unite e agli organismi internazionali di Ginevra mostra in concreto che la presenza della Chiesa è fondamentale, è importante in questo tipo di diplomazia perché lì la Chiesa porta i suoi valori, indica la strada per una convivenza serena e pacifica. Non tanto criteri di forza e di minaccia reciproca, ma piuttosto di collaborazione per trovare insieme la soluzione ai problemi in questo mondo globalizzato».
Gli altri cardinali “per il bene di tutto il santo popolo”
I nuovi cardinali italiani, oltre al già citato monsignor Tomasi, sono monsignor Marcello Semeraro (vescovo di Albano e segretario del Consiglio dei cardinali), monsignor Paolo Lojudice (arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa – Montalcino e segretario della Commissione episcopale per le Migrazioni della CEI), fratel Mauro Gambetti (custode del Sacro Convento di Assisi), padre Raniero Cantalamessa (predicatore della Casa Pontificia), monsignor Enrico Feroci (parroco a Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva).
A loro si aggiungono monsignor Antoine Kambanda (arcivescovo di Kigali), monsignor Cornelius Sim (vescovo titolare di Puzia di Numidia e vicario apostolico di Brunei), monsignor Mario Grech (segretario generale del Sinodo dei vescovi), monsignor Wilton D. Gregory (arcivescovo di Washington), monsignor José F. Avincula (arcivescovo di Capiz), monsignor Celestino Aòs Braco (arcivescovo di Santiago del Cile) e infine monsignor Felipe Arizmendi Esquivel (vescovo emerito di San Cristobal de Las Casas).
Divenendo cardinali, i religiosi vestiranno il colore porpora, a indicare la disponibilità al sacrificio usque ad sanguinis effusionem (fino allo spargimento del sangue), e diventeranno titolari di una parrocchia di Roma, in quanto incardinati nella Chiesa di cui il pontefice è vescovo. Per tutti loro papa Francesco pontefice ha chiesto di pregare affinché «confermando la loro adesione a Cristo, mi aiutino nel mio ministero di vescovo di Roma, per il bene di tutto il santo popolo fedele di Dio».
La nomina a Delegato speciale presso l’Ordine di Malta
Il 1 novembre 2020 papa Francesco ha affidato a monsignor Tomasi un ulteriore incarico, nominandolo nuovo Delegato speciale presso il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta (SMOM), un istituto dalla lunghissima storia e per il quale lo scalabriniano ha già lavorato in passato.
Il suo compito, quale esclusivo portavoce del pontefice per tutto ciò che concerne le relazioni tra la Sede Apostolica e l’Ordine, sarà quello di affiancare quest’ultimo durante il cammino di aggiornamento della sua carta costituzionale.