Giovani orfani e famiglie indifferenti: i problemi e le sfide per il 2018

Tra sintomi della crisi e tentativi di soluzione, l’anno appena iniziato proietta già luci e ombre. Anzitutto su quel mondo in miniatura che è l’ambiente domestico. L’analisi di padre Gonçalves

Padre Alfredo Gonçalves, vicario generale della congregazione scalabriniana, considerando il quadro sociale e politico odierno individua sette realtà alle quali prestare particolare attenzione all’inizio di questo nuovo anno.

Fra le altre segnalabili, infatti, queste in particolare appaiono «intrecciate nel gioco degli scacchi globalizzato, che si tratti dei sintomi della gravità o della ricerca di soluzioni alla crisi prolungata in cui siamo immersi». In questo articolo vedremo le prime due: la gioventù “orfana” e la famiglia.

La gioventù orfana

In verità i genitori ci sono, ma spesso sono allo stesso tempo assenti. Ciò che è in gioco è il vero ruolo dell’autorità paterna e materna. In una società in cui i grandi riferimenti si dissolvono, anche i legami solidi si sciolgono. Tutto diventa temporaneo, effimero, usa e getta, inclusi amore, amicizia, famiglia, vocazione, costruzione del futuro. Più che pensare la propria vita nel lungo periodo, i giovani tendono a cercare risposte immediate a domande urgenti. Invece di riflettere sui problemi, esigono soluzioni a portata di mano. Esperimenti provvisori e superficiali sostituiscono la profonda esperienza della vita.

Ed è chiaro che la crisi e la disoccupazione giovanile peggiorano le cose. Impreparati a questa mentalità liquida, i genitori non sanno cosa fare. Si limitano non di rado ad essere compagni, amici – ma non paiono capaci di essere padri e madri per stabilire libertà indicandone i limiti. Ecco allora che i giovani restano soli, orfani e perduti.

A questo senso più o meno generalizzato di orfanilità si aprono due strade: rivelarsi sfida di costruire nuovi riferimenti e nuovi orizzonti, o degenerare in apatia, indifferenza e disincanto.

In famiglia: libertà senza responsabilità

Venti tempestosi ruggiscono furiosamente alle porte della cellula familiare. Il disorientamento giovanile dipende, in larga misura, da ambienti familiari senza il calore umano di una vera casa. Mentre la mancanza di amore e l’indifferenza entrano dalla porta, spesso associate a droghe e alcool, l’armonia e la relazione fraterna escono dalla finestra. D’altra parte, a volte si ha l’impressione che i media, specialmente TV e Internet, si siano uniti per derubare il matrimonio e la famiglia, distruggendo valori costruiti in secoli di convivenza.

Si nota più libertà all’interno dell’unità familiare, senza dubbio, ma questa non è sempre accompagnata dal suo corrispondente: la responsabilità. I bambini e gli adolescenti crescono (e spesso raggiungono l’età adulta) non solo orfani del padre e della madre viventi, come abbiamo visto, ma soprattutto privati di un ambiente familiare sano. In assenza di questo terreno fertile dove affondare le proprie radici, l’albero cresce fragile, squilibrato e irregolare. Esperti in termini tecnici, professionali e intellettuali; acerbi per quanto riguarda le relazioni affettivo-sessuali e la maturazione umana.

Di fronte a loro hanno due sfide: da un lato, coniugare la famiglia al plurale, tenendo conto delle diverse forme di convivenza sotto lo stesso tetto; dall’altro lato, ricostruire il concetto di una famiglia adattata alle sfide della tarda modernità o postmodernità, tenendo conto del rapporto tra libertà/responsabilità.

… continua…

Padre Alfredo J. Gonçalves, cs