Casa Scalabrini a Guadalajara: ecco perché ce n’era bisogno
Sono tantissimi i migranti che attraversano il Messico per raggiungere gli USA. Non tutti però riescono ad attraversare la frontiera. Cosa succede a chi è costretto a restare?
Traditi e sfiduciati
Per molto tempo si è ritenuto che la migrazione in Messico fosse un fenomeno limitato alle frontiere e ad alcune regioni. In tempi recenti però anche le città del centro del paese, come Querétaro, Aguascalientes, Irapuato, Guadalajara e Tepic, sono state testimoni degli sforzi di molti centroamericani di salire sul treno merci che le attraversa (la Bestia) con la speranza di poter raggiungere gli USA.
Anche se è diventato normale vedere persone che, con zainetto, coperta a tracolla e una copia di qualche documento d’identità, fanno appello alla solidarietà dei cittadini per continuare il viaggio verso la frontiera, la maggior parte di quelli che attraversano il Messico vogliono restare invisibili per paura di essere deportati. In molti casi, pagano a qualcuno che li guidi evitando i numerosi posti di blocco (della polizia o delle varie mafie). Se diventano visibili, è perché sono stati traditi dai loro coyotes. E sono quindi ancora più indifesi, sfiduciati e vulnerabili.
L’emigrazione è una conseguenza
Per comprendere la migrazione e le sue dinamiche bisogna anzitutto abbandonare i discorsi propagandati dai mezzi di comunicazione, che vedono nell’emigrazione un problema. L’emigrazione è una conseguenza delle condizioni di povertà, esclusione e vulnerabilità strutturali in cui vivono le regioni del mondo poco sviluppate a causa della concentrazione di ricchezza e opportunità in poche mani e aree del mondo.
Oggigiorno la protezione dei migranti è una sfida per i governi, per la società civile e per la Chiesa dato che, per la loro condizione, essi sono più vulnerabili ed esposti ad essere vittima di abusi, maltrattamenti e discriminazione.
La risposta della Chiesa
Come missionari scalabriniani ci prendiamo cura dei bisogni umani, sociali e religiosi dei migranti da più di 130 anni, promuovendo la loro dignità e i loro diritti nei 33 paesi dove siamo presenti. Dal 1980 abbiamo nella città di Guadalajara una casa di formazione per giovani che vogliono consacrare la propria vita al servizio del Vangelo, della Chiesa e dei migranti.
Negli ultimi anni, come conseguenza dell’incremento dei migranti che viaggiano sulla Bestia, a Guadalajara le organizzazioni che offrono aiuto si sono moltiplicate. Ma questo soccorso si rivolge principalmente a quanti sono di passaggio. Quelli che non possono continuare il loro cammino (per problemi di salute, violenze o altro) restano invece senza assistenza.
Per questo motivo da qualche mese è sorta a Guadalajara la Casa Scalabrini – Centro di Pastorale Migratoria. Questa nuova missione, che ha l’appoggio dello Scalabrini International Migration Network (SIMN) e fa parte della della Rete Case del Migrante, offre aiuto a tutti i migranti che trovino impedimento nella prosecuzione del cammino, senza distinzione di sesso, nazionalità, religione e condizione sociopolitica.
Tutti i nostri servizi sono completamente gratuiti, in continuità con il modello pastorale delle Case del Migrante e in sintonia con il carisma del nostro fondatore, il beato Giovanni Battista Scalabrini. Inoltre vogliamo che il nostro Centro sviluppi progressivamente attività capaci di sensibilizzare la Chiesa, i governi e la società sul fenomeno migratorio, creando una cultura solidale verso il popolo migrante.
Guardando al futuro
Ringraziamo le persone e le istituzioni che hanno posto la loro fiducia in questa esperienza di servizio ai migranti. Abbiamo fiducia che questo progetto, ancora ai suoi inizi, possa contribuire a soddisfare i bisogni delle persone più vulnerabili e indifese che attraversano la zona metropolitana di Guadalajara. Persone che hanno bisogno di un’attenzione integrale, gratuita e specifica.
Padre Francisco Pellizzari