Giornata mondiale della pesca 2021: basta alla violazione dei diritti umani in mare

Lunedì 22 novembre 2021 si svolgerà l’evento di sensibilizzazione sulle drammatiche condizioni di vita e lavoro dei lavoratori del mare

Lunedì 22 novembre 2021, in occasione del World Fisheries Day (la Giornata mondiale della pesca, celebrata in tutto il mondo il giorno prima) si svolgerà dalle 9,00 alle 11,00 un evento organizzato dalla Missione permanente di osservazione della Santa Sede presso le Organizzazioni e gli Organismi delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO, IFAD e PAM), in collaborazione con Stella Maris, Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale, FAO – Divisione Pesca e Acquacoltura (IFN). Titolo dell’incontro, Stemming the Tide. Together We Can Stop Human Rights Violation at Sea (Arginare la marea. Insieme possiamo fermare la violazione dei diritti umani in mare).

La forza dell’indignazione

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di presentare il messaggio ufficiale del cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che si sofferma quest’anno sul settore della pesca industriale e commerciale, «impigliato in una rete di difficoltà e sfide legate alle violazioni dei diritti umani in mare, le cui conseguenze sono state aggravate dalla pandemia di covid-19 che ha reso ancor più problematica la vita dei pescatori e delle loro famiglie. (…) la nostra indignazione (…) dovrebbe trasformarsi in una nuova forza che induca l’industria della pesca a porre al centro dei suoi interessi il rispetto dei diritti umani e lavorativi dei pescatori».

Dopo l’introduzione e i saluti iniziali, che vedranno la lettura dei messaggi del cardinal Turkson e di Qu Dongyu, direttore generale FAO, sarà la volta di un panel di discussione in cui interverrà anche padre Rico Talisic, del centro Stella Maris di Cape Town.

Un costo umano sempre più alto

«La Santa Sede e la FAO hanno lavorato insieme negli ultimi anni per affrontare gli abusi dei diritti umani nel settore della pesca – ha dichiarato padre Bruno Ciceri, missionario scalabriniano e direttore internazionale della Stella Maris presso il Dicastero per lo sviluppo umano integrale – Nonostante gli sforzi fatti da molti per attuare le convenzioni e gli accordi riguardanti le condizioni di lavoro, i pescatori e i lavoratori del settore sono ancora vittime di sfruttamento, lavoro forzato e traffico».

La pandemia ha peggiorato le cose: le restrizioni e le misure di prevenzione hanno determinato una interruzione nella catena del valore, che ha avuto effetti nefasti e «strategie negative, come: riduzione del budget destinato al cibo (con conseguente insicurezza alimentare e malnutrizione); ritiro dei bambini dalla scuola e aumento del lavoro minorile, violazione delle condizioni minime di lavoro dignitoso».

Una situazione che richiede non solo un appello ai governi e alle organizzazioni internazionali ma anche una concentrazione di attenzione su abusi il cui costo umano è purtroppo sempre più alto.