Il Civico Giusto di Val Melaina

Nella parrocchia del SS. Redentore a Roma una targa ricorda i due sacerdoti che durante l’occupazione nazifascista salvarono diverse vite umane

Durante l’occupazione nazifascista i due sacerdoti diocesani don Adolfo Petriconi e don Parisio Curzi, parroco e vice-parroco della chiesa del SS. Redentore nel quartiere romano di Val Melaina, nascosero alcuni perseguitati politici, tra cui il futuro padre costituente e presidente del parlamento europeo Emilio Colombo. Oggi a ricordare quella storia in quella che dal 1950 è una parrocchia scalabriniana c’è una targa frutto dell’iniziativa Il Civico Giusto.

Semi di bene

L’iniziativa è stata ideata da Paolo Masini, presidente dell’associazione Roma Bpa – Mamma Roma e i suoi figli migliori. Inquadrando con lo smartphone il qr code sulla targa posta all’ingresso della chiesa (una mattonella in bronzo dello scultore e cesellatore Dante Mortet) si viene indirizzati a un breve documentario che racconta nel dettaglio questa storia.

Il progetto Il Civico Giusto nasce per dare visibilità a un luogo in cui «qualcuno ha disobbedito a un violento ordine esterno per lasciar prevalere una rischiosa disposizione interna: proteggere un perseguitato ed esporsi alla persecuzione si legge sul sito ufficiale la maggior parte di queste coraggiose persone ha tenuto per sé gli avvenimenti, ritenendoli comportamenti “normali” in una situazione eccezionale di cui non valeva la pena parlare. Anche la memoria, con i suoi esempi, però, rischia così di essere sepolta nel silenzio della storia e non esistere più. Quei gesti, invece, hanno cambiato destini e vite e dunque hanno seminato il mondo».

Una ulteriore testimonianza dell’impegno corale per la solidarietà in una parrocchia che è ancora oggi esprime accoglienza nelle sue iniziative, come la Mensa della Carità.

La Mensa della Carità

Attiva da più di trent’anni, la Mensa è un servizio per i poveri nel segno dell’accoglienza alla popolazione immigrata da parte della comunità cristiana ad essa affidata. Nata nel 1991 con la collaborazione della San Vincenzo de’ Paoli come risposta a un bisogno, la Mensa è un segno di accoglienza che rappresenta tramite il volontariato un valore aggiunto al bene che viene fatto nel quartiere.

«La parrocchia ha mantenuto questa dimensione [di solidarietà, ndr] – ha dichiarato ai microfoni del TgRegionale di Rai3 il parroco, il missionario scalabriniano padre Roberto XXX Io ho continuato la tradizione e l’insegnamento dei miei predecessori».

Grazie alla solidarietà semplice e generosa di tante persone, durante l’emergenza causata dalla pandemia sono stati distribuiti dal lunedì al sabato dai 130 ai 150 pranzi al sacco. Anche la Mensa della Carità aderisce a #UnaSolaCasa, la campagna di solidarietà promossa da Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (ASCS) e Scalabrini International Migration Network (SIMN).