Padre Domenico Vicentini, il primo successore
Giovanni Terragni racconta il difficile compito affrontato dal primo superiore generale della congregazione scalabriniana dopo la morte del beato Scalabrini, avvenuta nel 1905
Quando il 1 giugno 1905 muore il vescovo Giovanni Battista Scalabrini, la responsabilità di guidare la congregazione dei missionari scalabriniani e mantenere via l’intuizione del Fondatore viene di lì a poco assunta da padre Domenico Vicentini. Superiore generale dal 1905 al 1919, egli ha davanti il non facile compito di assistere e supportare spiritualmente il gran numero di italiani che sbarcavano in America.
L’importanza dei voti religiosi
A raccontare la storia di questa prova e dell’uomo che fu chiamato ad affrontarla è padre Giovanni Terragni, missionario e responsabile dell’Archivio generale della congregazione scalabriniana, con il testo Padre Domenico Vicentini, Superiore Generale dei Missionari di S. Carlo (Scalabriniani) dal 1905 al 1919 (per Autori Inediti).
«Occorreva soprattutto creare uno spirito e un’identità comuni nel gruppo di sacerdoti già attivi oltreoceano o in formazione – scrive padre Tony Paganoni, anch’egli scalabriniano, nella sua recensione al testo – Verso la fine della sua vita, Scalabrini aveva capito che la continuità e la stabilità dell’Istituto da lui fondato sarebbero state garantite dai voti religiosi. Ma non ebbe tempo sufficiente per formalizzare tale suo intimo desiderio. Le sfide per padre Domenico, diventato superiore generale il 28 settembre 1905, erano molteplici».