Un report per approfondire i temi del Global Compact sulle migrazioni. Lo hanno pubblicato gli Scalabrini Migration Study Centers
Si intitola International Migration Policy Report e raccoglie contributi che vanno dalle migrazioni di ritorno alla regolarizzazione dei migranti qualificati, dalla protezione dei minori al supporto delle organizzazioni religiose
La federazione degli Scalabrini Migration Study Centers ha pubblicato la seconda edizione dell’International Migration Policy Report, dal titolo Perspectives on the Content and Implementation of the Global Compact for Safe, Orderly, and Regular Migration.

I testi che compongono il documento, pubblicati nei mesi scorsi e ora raccolti in un unico luogo, approfondiscono le questioni affrontate dalla Nazioni Unite per la stesura del Global Compact on Migration, offrendo buone pratiche e raccomandazioni su importanti questioni inerenti alla gestione delle migrazioni.
Un’analisi delle questioni affrontate nella stesura del Global Compact on Migration
Come noto, la bozza finale del Compact è stata approvata a New York dai 191 stati membri il 13 luglio 2018, e l’adozione finale è prevista per dicembre durante la conferenza intergovernativa di Marrakech, in Marocco.
Tra i centri che hanno contribuito, il Centre for Migration Studies di New York (CMS), lo Scalabrini Migration Center di Manila (SMC), lo Scalabrini Institute for Human Mobility in Africa (SIHMA), e la Fondazione Centro Studi Emigrazione di Roma (CSER). Il report include anche i saggi brevi che descrivono le difficoltà affrontate dai migranti in situazioni vulnerabili, con un focus su come le organizzazioni di fede (Faith-Based Organizations – FBO) aiutano a colmare le lacune di servizio e di protezione.
Battistella (SMC) e Carciotto (SIHMA)
Nel contributo Return Migration: A Conceptual and Policy Framework, padre Graziano Battistella, missionario scalabriniano edirettore esecutivo dello Scalabrini Migration Center a Quezon City, nelle Filippine, affronta il controverso problema della migrazione di ritorno, che va dal ritorno volontario a quello forzato.
«Se correttamente interpretato, il ritorno è un processo diversificato in base al tempo trascorso, al completamento del progetto di migrazione, al livello di costrizione dell’esperienza dei migranti e alla preparazione dei migranti, delle loro famiglie e del istituzioni coinvolte – scrive Battistella – Sono assolutamente necessarie politiche specifiche per riassorbire i migranti soggetti all’espulsione o al rimpatrio a causa di crisi individuali o nazionali».
Nel suo contributo dal titolo The Regularization of Zimbabwean Migrants: a Case of Permanent Temporariness, Sergio Carciotto, associate director dello Scalabrini Institute for Human Mobility in Africa, affronta invece la questione della regolarizzazione dei migranti. In particolare delle misure nei paesi ad alto reddito che, agevolando i migranti altamente qualificati, impediscono ai lavoratori poco qualificati di richiedere la residenza permanentea prescindere dal tempo trascorso nel paese.
Skoda (SIMI) e Perillo (CSER)
Lo studio dal titolo In Search of Protection: Unaccompanied Minors in Italy esamina la risposta dell’Italia al bisogno di protezione dei minori non accompagnati che arrivano in Italia. Tra i contributi, quello di padre Aldo Skoda, preside dello Scalabrini International Migration Institute (SIMI), e Carola Perillo, responsabile Ricerche e progetti della Fondazione Centro Studi Emigrazione di Roma.
Il contributo di Skoda, dal titolo, Psychosocial Analysis of the Phenomenon of Unaccompanied Minors, offre un’analisi psicosociale del fenomeno e un quadro delle strategie per aiutare i minori a costruire competenze e resilienza in una situazione che può diventare una difficile prova per l’equilibrio psicorelazionale di un bambino. Il contributo di Perillo, intitolato Recommendations for the Protection of the Human Rights of Unaccompanied Minors and Young People Coming of Age, elenca quindici principi minimi di protezione per i minori non accompagnati. «Il “miglior interesse del bambino” – si legge nel contributo – è il principio guida di tutta la legislazione sulla protezione dei minori (…) ogni decisione giudiziaria dovrebbe promuovere il benessere psicofisico del bambino e privilegiare quegli aspetti che sono più favorevoli per la crescita e lo sviluppo equilibrati».
Appleby (CMS e SIMN)
Kevin Appleby, direttore del Center for Migration Studies di New York che ha partecipato ai negoziati per lo Scalabrini International Migration Network (SIMN), sottolinea le questioni controverse nei negoziati sul Global Compact sulla migrazione nel suo pezzo The Global Compact on Safe, Orderly, and Regular Migration: Will It Live Up to Its Name?.
«Alla fine – si legge nel suo contributo – il Global Compact for Migration avrà successo se creerà un nuovo approccio per governare la migrazione globale che dia spazio ai percorsi legali piuttosto che alla costrizione e alla deterrenza. (…) le migrazioni sono gestite meglio se ci sono vie legali che i migranti possono usare per sfuggire alle sofferenze e per sostenere le proprie famiglie. Il Global Compact per Migra sicuro, ordinato e regolare sarà all’altezza del suo nome? Staremo a vedere».