La profonda contraddizione dell’industria marittima
Altamente globalizzata ma frammentata nella protezione dei suoi lavoratori. Nel suo messaggio per la Domenica del Mare, che si celebra l’11 luglio 2021, il cardinale Turkson invita a un’azione unitaria
Si celebra domenica 11 luglio la Domenica del Mare 2021. Si tratta della seconda Sea Sunday durante la pandemia di covid-19, come ha sottolineato nel suo Messaggio per l’occasione il cardinale Peter K.A. Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. «Il mondo si è fermato – si legge nel documento – ma le navi non hanno mai smesso di trasportare da un porto all’altro attrezzature mediche e medicinali essenziali per sostenere la lotta contro la diffusione del virus».
Malgrado i numerosi appelli delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali come l’International Maritime Organization (IMO), che insieme a gruppi religiosi e sindacati hanno chiesto che ai marittimi vengano riconosciuti come lavoratori essenziali (e come esser umani prima ancora che mera forza lavoro), sono pochissimi i paesi che hanno avviato politiche di miglioramento o campagne chiare di vaccinazione.
Cambi di equipaggio, vaccinazioni e attuazione degli standard
«Ciò ha messo in luce una profonda contraddizione dell’industria marittima – continua Turkson – Da un lato, essa è altamente globalizzata ma, dall’altro, i diritti e la protezione dei marittimi sono frammentati tra diversi attori che spesso non rispondono ad alcuna regolamentazione o autorità superiore».
Dal dicastero dunque l’invito all’industria marittima per un’azione unitaria affinché siano facilitati i cambi di equipaggio, le vaccinazioni e l’attuazione degli standard internazionali (isolamento, ansia per sé e per i propri cari e incertezza hanno avuto a volte conseguenze tragiche).
L’abbandono delle navi
A segnalare l’estrema fragilità di un’industria, quella marittima, già messa duramente alla prova, c’è il dato sull’abbandono delle navi da parte degli armatori, il cui numero è raddoppiato passando da 40 nel 2019 a 85 nel 2020.
«L’abbandono della nave avviene per una serie di diversi motivi – si legge ancora nel Messaggio – Quello più comune è la decisione deliberata di un armatore di sbarazzarsi di una nave che non ritiene più economicamente sostenibile, equipaggio compreso. Bloccati in un paese straniero, con salari non pagati, nessuna prospettiva di guadagno immediato e senza cibo, l’equipaggio abbandonato si trova in condizioni disumane e le famiglie subiscono conseguenze finanziarie immediate e devastanti».
“Rispondete senza esitare alla gente di mare”
In questa situazione estremamente critica, cappellani e volontari di Stella Maris non hanno mai lasciato soli i marittimi e i pescatori. Affidandoli a Maria, Stella del Mare, il cardinale Turkson si rivolge a loro: «Manifestate il volto premuroso della Chiesa che accoglie e si fa vicina anche a questa porzione del Popolo di Dio, rispondete senza esitare alla gente di mare, che vi attende a bordo per colmare le profonde nostalgie dell’anima e sentirsi parte attiva della comunità.
«Auguro a ciascuno di voi di riscoprire ogni giorno la bellezza della fede, per testimoniarla sempre con la coerenza della vita». A questo proposito è stata pubblicata anche quest’anno la Preghiera ispirata dal Messaggio.