Il carteggio Bonomelli Pisani
Una testimonianza del momento in cui la Santa Sede decise di assumere in prima persona l’assistenza a tutti i migranti. È disponibile nella pagina dell’Istituto Storico Scalabriniano
Tra le opere liberamente disponibili nella pagina dell’Istituto Storico Scalabriniano (ISS) c’è il Carteggio Bonomelli Pisani, che presenta la corrispondenza epistolare tra Geremia Bonomelli, vescovo di Cremona e fondatore dei Missionari dell’Opera, e Pietro Pisani, sacerdote di Vercelli e direttore dell’Opera, avvenuta tra il 1900 e 1914 sul tema dell’assistenza agli emigrati italiani in Europa.
Il testo, curato dallo scalabriniano padre Gianfausto Rosoli, viene presentato nella revisione condotta da Veronica De Sanctis (assistente ISS) e padre Giovanni Terragni (responsabile dell’Archivio Generale Scalabriniano – AGS) e contiene un’introduzione di Matteo Sanfilippo, attuale direttore dell’ISS.
Una vocazione universale
Come suggerito da Sanfilippo, il documento è interessante anzitutto come testimonianza del momento «in cui la Santa Sede decise di assumere in prima persona l’assistenza a tutti i migranti, riprendendo e sviluppando quanto suggerito nell’ultimo memoriale di Giovanni B»attista Scalabrini».
In particolare Scalabrini riteneva che «la Santa Sede doveva sostenere tutta la diaspora cattolica e non esaltare le differenze fra i gruppi di emigrati di diversa origine nazionale. In questo modo si sarebbero ridotte le tensioni nelle Chiese di arrivo e la Chiesa romana avrebbe potuto rispettare la propria vocazione universale».
La concordia discors
La figura di Pisani non è molto nota, forse per gli effetti dell’ultima opinione di Bonomelli: dopo una prima fase segnata da una grande stima, il vescovo iniziò infatti a scorgere in lui un istinto carrieristico che ne avrebbe compromesso l’autonomia. Ciò ha condotto a sottovalutare un «un personaggio (…) che riuscì a divenire il ponte tra quanto abbozzato a fine Ottocento da Scalabrini, Bonomelli e Leone XIII e quanto sviluppatosi in tempi più recenti».
A permettere di condurre l’operato alla consonanza malgrado le divergenze sempre più evidenti sarebbe stato un tratto che caratterizza la presenza cattolica in ambito migratorio e sociale, la concordia discors: «Bonomelli e Pisani collaboravano nonostante la distanza fra i rispettivi punti di vista. Scalabrini e Bonomelli non soltanto lavoravano nella stessa direzione, ma erano amici strettissimi nonostante non condividessero molte premesse della rispettiva azione pastorale. Questo complicato sovrapporsi di posizioni ideologiche, appartenenze ecclesiastiche e localismi geografici ci permette di capire meglio perché vi fosse bisogno di una centralizzazione vaticana».