Le case sulla roccia

Nel numero 1/2022 della rivista Scalabriniani la Direzione generale presenta una riflessione sulla necessità di fondare saldamente la propria azione sull’amore

Nell’inserto per il numero di gennaio-febbraio 2022 della rivista Scalabriniani, partendo dal racconto della devastazione che il tifone Odette ha portato nelle Filippine, danneggiando anche il noviziato e il postulato della congregazione, la Direzione generale presenta una riflessione sulla necessità di fondare saldamente la propria azione sull’amore. Eccone alcuni estratti.

Il tifone Odette

«Odette è stato un tifone di intensità 5 che ha colpito la parte centrale delle Filippine (chiamata Visayas) con venti ad una velocità vicina ai 200 kilometri all’ora. Oltre 600.000 famiglie sono state colpite dal tifone, più di 300.000 persone hanno dovuto lasciare la casa; i morti sono stati 33. Tanti, perché ogni vita persa è una perdita impagabile, ma pochi rispetto a qualche anno fa. Quando Yolanda (Hayan) colpì le Filippine nel 2013, i morti furono più di 6.000.

Nel frattempo, è migliorata la capacità di predire questi eventi e soprattutto la gente ha imparato ad ascoltare gli avvertimenti delle autorità e abbandonare in particolare le zone costiere, dove l’innalzamento del mare porta devastazione e morte. Perché parliamo di Odette?».

I danni potevano essere maggiori

«Perché, tra le abitazioni colpite dal tifone, ci sono state anche le nostre case di noviziato e di postulato a Cebu. Nel noviziato, sono state danneggiate vetrate e in parte il tetto. Nel postulato, il tetto ha subito forti danni e il vento si è portato via le vetrate della cappella, riducendola a un luogo di preghiera a cielo aperto. Ai danni alle strutture si sono aggiunti i danni ai servizi essenziali, niente luce ed acqua per settimane ormai, niente mezzi di comunicazione, eccetto un wifi personale. Il maestro e i novizi si sono attivati per delle riparazioni immediate.

Con nastro di alluminio e vernice gommata hanno rabberciato il tetto del noviziato. Per il tetto del postulato hanno chiamato due carpentieri che hanno fatto un intervento immediato, in attesa di riparazioni più definitive, quando un camion potrà salire la collina e portare il materiale. E hanno acquistato un generatore per avere un minimo di elettricità e di acqua.

Fin qui, niente di straordinario. Tanta gente si è trovata in situazione peggiore, senza la possibilità di intervenire. Ma la riflessione viene dal fatto che in fin dei conti, considerata la posizione in cui si trovano le due case, in alto sulla collina con vista sulla città e il mare, i danni potevano essere molto maggiori. Perché non è successo? Perché, diversamente da molte case della povera gente, sono case costruite sulla roccia».

Missionari provenienti da venticinque stati diversi

«Stiamo celebrando l’Anno Scalabriniano, un’occasione per approfondire e diffondere la conoscenza del Fondatore. Un’occasione per riflettere anche sulla congregazione, sulla nostra fedeltà al Fondatore, sulla nostra capacità di attualizzare quello che lui ha detto e fatto. Un’occasione per riflettere sul futuro della congregazione. Da questo punto di vista vi sono molti segni positivi.

La migrazione si è globalizzata. La domanda di una presenza missionaria a fianco dei migranti è pure diventata globale. Invece di scoraggiarsi, la congregazione ha saputo rispondere lasciando molte presenze e abbracciandone altre. Cinquant’anni fa eravamo in diciassette paesi del mondo, ora siamo in trentatré. Quelli che sentivano di dover seguire Scalabrini venivano allora da poche nazioni; ora provengono da venticinque stati diversi. Possiamo più facilmente dare testimonianza della ricchezza dei doni dello Spirito grazie alla diversità dei nostri volti».

Incoraggiarci a fare il bene

«Torniamo un momento al noviziato di Cebu, alle prese con i bisogni di prima necessità, soprattutto la mancanza di acqua in tutto il quartiere. Hanno potuto comprare un generatore, ma non l’hanno tenuto solo per uso interno. I vicini hanno aiutato a installare il generatore. L’acquisto di diesel è razionato, ma il capo del quartiere ha permesso di acquistare più diesel per poter azionare il generatore. Ed ora la gente del quartiere può andare al noviziato ad attingere acqua, di cui altrimenti sarebbe senza.

Il maestro dei novizi ha ricordato: “Vedere i vicini che aiutavano a tirare e spingere il generatore su per la collina fino a collocarlo al suo posto mi ha commosso. Mi ha ricordato le tradizioni di aiuto tra la gente della stessa comunità che ho visto nel mio villaggio nel Nord delle Filippine o nei villaggi dell’isola di Flores in Indonesia”.

Celebrare l’Anno Scalabriniano vuol dire conoscere il tanto bene che viene fatto in congregazione e incoraggiarci a farne sempre di più. Scalabrini ci direbbe quello che diceva a padre Vicentini 130 anni fa: “Io mi rallegro con voi e con i vostri compagni del bene che fate; è certo che dobbiamo accontentarci del bene con i difetti inevitabili delle nostre miserie; ma non possiamo disconoscere che del bene ne facciamo e molto; rendiamo quindi grazie infinite al Signore. Vi ripeto queste cose perché vi servano di conforto nelle vostre difficoltà e vi facciano animosamente attendere al bene con perfezione sempre crescente”».