Due mesi di lockdown a Manila
Padre Prigol racconta sfide ed emergenze dai centri scalabriniani nelle Filippine
A causa della pandemia di coronavirus il 16 marzo 2020 il governo filippino ha decretato la quarantena forzata per l’intera isola di Luzon, in cui si trova la capitale Manila. Inizialmente fissata fino al 12 aprile 2020, la misura è stata poi ulteriormente estesa.
Sin dall’inizio i centri Scalabrini e Stella Maris sul territorio hanno supportato i marittimi rimasti bloccati in città e le loro famiglie, così come le famiglie dei marittimi rimasti invece bloccati all’estero.
Pochi giorni fa questi centri hanno pubblicato un report sui due mesi di lockdown, raccontando le emergenze occorse e le risposte date, e delineando infine alcune sfide per il futuro immediato. L’autore del report è il missionario scalabriniano padre Paulo Prigol, coordinatore dell’Apostleship of the Sea per il Sud-Est asiatico e direttore dello Scalabrini Center for People on the Move – SCPM, di cui avevamo già pubblicato un primo contenuto sulla situazione nelle Filippine durante l’emergenza da conoravirus (Emergenza covid-19 nelle Filippine. Padre Prigol: “Mai vista una tale solidarietà”).
Lunedì 25 maggio 2020 padre Prigol è stato ospite del webinar Migration Dialogues: The State of Filipino Seafarers Amidst Covid-19”, organizzato dal Philippine Migration Research Network.
Aiuti a 1.272 marittimi e 500 famiglie
Già dal momento della chiusura forzata dei tre centri, avvenuta il 13 marzo alle 13,00, i missionari scalabriniani sono riusciti, grazie anche alla collaborazione di altri enti come Safety4Sea, a garantire vitto e alloggio a un gran numero di persone rimaste dentro le strutture. È da subito stato possibile supportare anche altri quattro diversi dormitori, divenuti nel frattempo molti di più. «Grazie all’aiuto di Caritas Manila – scrive padre Prigol – abbiamo distribuito cibo e beni di prima necessità a 1.272 marittimi».
In collaborazione con International Seafarers Welfare and Assistance Network (ISWAN), Stella Maris AOS – United Kingdom e Roman Catholic Archdiocese of Manila-Caritas (RCAM-Caritas) è poi possibile aiutare economicamente 500 famiglie (circa 2.500 persone) e 125 marittimi, per un totale di 2.625 persone.
“Da eroi a cattivi”
Si pongono poi infine alcune sfide per la nuova fase dell’emergenza. Una di queste è relativa alle ventidue navi da crociera ferme a Manila Bay, per questo divenuta il più grande parcheggio al mondo di queste imbarcazioni. Secondo la Philippine Coast Guard (PCG), a bordo c’è un totale di quasi 8mila filippini, membri di equipaggio.
La PCG ha permesso l’ingresso di navi da crociera straniere per consentire ai marittimi e ai filippini membri dell’equipaggio di tornare a casa durante la pandemia di covid-19. Agli equipaggi stranieri è invece impedito lo sbarco. Si prevede che entro la fine del 2020 oltre 50mila filippini impiegate sulle navi da crociera sarà disoccupato.
All’arrivo nelle Filippine i marittimi devono sottoporsi a una quarantena di quattordici giorni; in seguito, se tornano a casa, sono tenuti a sottoporsi a un’altra quarantena nella loro provincia. Nel 2019, questi eroi del commercio globale e dei settori di crociera hanno contribuito all’economia locale con 7 miliardi di dollari, pari a quasi il 7% del PIL. Ma il covid-19 li sta dipingendo come minacce: «Gli eroi stanno diventando i cattivi – scrive ancora padre Prigol – Prima portavano a casa regali e dollari, ora sono visti come i portatori del virus: uno stigma per il marittimo e la sua famiglia».