Usa e Messico: l’urgenza di una pastorale per i migranti

La visita canonica della direzione generale scalabriniana nella provincia “San Giovanni Battista”, nel territorio delle Americhe. Il racconto continua con le parole di padre Sante

Con due milioni e mezzo abitanti Houston è la quarta città degli Stati Uniti per popolazione. Capoluogo della contea di Harris, nello stato del Texas, sta conoscendo in questi anni una velocissima crescita economica. Nel territorio della diocesi sono presenti molti migranti di varie nazionalità (messicani, vietnamiti, indiani e altri provenienti da diverse parti dell’Africa). È una presenza giovanile, fatta di famiglie (molte delle quali cattoliche). Malgrado ciò è ancora assente un ufficio diocesano incaricato di una pastorale specifica.

Houston

La nostra parrocchia, San Leone Magno, è esterna al territorio cittadino. I migranti che la frequentano, fra i quali si contano molte giovani famiglie con bambini, vengono da altre località e quasi esclusivamente nel fine settimana. Sono infatti lavoratori a tempo pieno (i più poveri fra loro vivono in rimorchi o roulotte, i trailer). Malgrado ciò è forte la presenza di gruppi parrocchiali: coro e corsi di musica per bambini, gruppi di preghiera, laici scalabriniani che visitano il Centro di detenzione dei migranti, offrendo corsi di lingua inglese, corsi di formazione civica.

C’è una buona partecipazione alla Messa serale. Inoltre due volte alla settimana si tiene l’adorazione eucaristica per tutto il giorno. Numerosi i battesimi, le comunioni, le cresime e i matrimoni. Attualmente nel territorio della parrocchia c’è la casa di accoglienza Beato Juan Diego, gestita da enti privati. Esiste anche un progetto di apertura di un ufficio di servizi sociali per i migranti, anche per sensibilizzare la diocesi ad una pastorale per i migranti.

La proprietà è molto spaziosa ed è stato fatto un progetto anche per una nuova e più ampia chiesa. La casa parrocchiale non è molto grande, però accogliente. La comunità religiosa è composta dai padri Hernández A. José Carmen (parroco e superiore locale di Houston, Irving e Nuevo Laredo), Abraham López Orozco (vicario), Abraham Ochoa (vicario) e dal chierico Dat Duc Le (religioso scalabriniano vietnamita in formazione a Bogotà). Si respira un clima di dialogo e collaborazione.

È una missione scalabriniana dove non manca una variegata e numerosa presenza di migranti. È possibile dar continuità a un lavoro pastorale già ben impostato e offrire una testimonianza efficace di servizio per sensibilizzare e promuovere l’adesione della chiesa diocesana locale alla pastorale per i migranti.

Irving

Irving si trova nella contea di Dallas, nello stato del Texas, e conta 250mila abitanti. La missione è iniziata nel 2007 in una delle due parrocchie cattoliche della città di Irving, con la presenza di padre Clair Orso e padre Jorge Bravo. I debiti ereditati dalla precedente gestione sono stati pagati e la chiesa è una struttura ampia e abbastanza nuova. Il resto però, casa parrocchiale e uffici, ha bisogno di ristrutturazioni.

La comunità, inizialmente formata dai locali, si è arricchita fino ad essere composta per l’80% da migranti, che hanno cambiato il volto e le attività della parrocchia. La presenza di messicani , salvadoregni e argentini è la più numerosa ma ci sono anche comunità di filippini, nigeriani e brasiliani. Numerosi e vivaci sono i gruppi parrocchiali presenti. Padre Muscat accompagna i gruppi di catechesi. Ad aiutarlo ci sono due diaconi, attivi nella liturgia, e una comunità di religiose vietnamite.

Qui all’obiettivo primario di sensibilizzare a un’azione pastorale specifica per i migranti si affianca il servizio di assistenza al vicino ospedale. La nostra comunità è composta dai padri Adilso Balen (parroco), Bezzegato Riccardo (vicario ed economo), Lopez Bustamante Marcos Manuel (vicario) e Charles Muscat (coordinatore catechesi).

Siamo fiduciosi sul futuro di questa missione: le tante comunità di migranti offrono la possibilità di creare una realtà parrocchiale multiculturale, un esempio di apertura all’accoglienza e al dialogo.

Nuevo Laredo

Nuevo Laredo è un comune dello stato di Tamaulipas, in Messico. La città sorge sulle rive del Rio Grande e conta quasi 380mila abitanti. Dà subito l’impressione di una città provata, invecchiata precocemente per le sofferenze e la paura: inferriate in ogni porta e finestra, alti muri di recinzione e sopra i muri il filo spinato, pattuglie in assetto di guerra con carri blindati per le strade. Ci si sente osservati in ogni angolo di strada.

Sono numerosi i migranti e i rifugiati che scappano da situazioni di miseria e di paura e arrivano alla frontiera. Provengono dai paesi centroamericani, da regioni particolarmente martoriate dalla malavita come Guerrero, Oaxaca o Michoacàn. Spesso chi tenta di attraversare il confine viene sequestrato e torturato con fine estorsivo dalla mala del cartel de los Zeta. Arrivano poi in bus o in voli aerei i deportati: condannati in quanto privi di documenti, sono d espulsi dagli USA dopo giorni o mesi di prigionia.

Già da tempo i missionari scalabriniani e volontari della città e di ogni parte del mondo si prodigano per rispondere con carità alle necessità delle persone che arrivano alla Casa del Migrante Nazareth. Una testimonianza apprezzata da tante persone e istituzioni della città e dalla stessa chiesa locale, come ci assicura monsignor Enrique Sànchez Martìnez, vescovo della diocesi di Nuevo Laredo, molto attento alla situazione migratoria e ben disposto a collaborare con chi già è impegnato in questo servizio pastorale.

Se da un lato l’attività svolta nella Casa del Migrante suscita ammirazione e collaborazione, dall’altro attira le minacce di violenza di mafie e trafficanti. Lo sa bene padre Alfredo, che continuamente s’imbatte in facce minacciose e che, in un momento di confidenza, invoca la vicinanza di un confratello con cui condividere le preoccupazioni. Uno sfogo comprensibile, soprattutto se si pensa che i confratelli più vicini si trovano a Irving, a quasi 700 kilometri di distanza.

Nuevo Laredo è una stazione del Via Crucis del Migrante. Un luogo sacro, dove lo scalabriniano s’inginocchia per soccorrere, servire, farsi prossimo e adorare. Nella chiesa cattedrale della diocesi è aperta la Porta Santa per il Giubileo della Misericordia. La Misericordia di cui c’è tanto bisogno nelle due rive del Rio Bravo, la gran Misericordia che invochiamo per il popolo migrante.

Padre Sante Zanetti