Una Chiesa locale con i migranti”: è stato uno dei temi affrontati durante l’Atto Accademico del SIMI

Martedì 28 novembre 2018 lo Scalabrini International Migration Institute ha ufficialmente aperto il nuovo anno di attività con un convegno dal tema “Una Chiesa dalle genti: il percorso interculturale della pastorale”

Martedì 28 novembre 2018, giorno in cui la congregazione scalabriniana festeggia il suo 131° anniversario, lo Scalabrini International Migration Institute (SIMI), istituto accademico per lo studio interdisciplinare della mobilità umana, ha ufficialmente aperto il nuovo anno di attività con l’Atto Accademico. Il tema di quest’anno è stato Una Chiesa dalle genti: il percorso interculturale della pastorale.

“Per dare quadro integrale dell’uomo

«Abbiamo scelto un tema particolarmente attuale – ha dichiarato padre Aldo Skoda, preside del SIMI – che riguarda innanzitutto l’esperienza di una Chiesa locale, quella di Milano, e del suo sinodo minore ‘Una Chiesa dalle genti’ (…) a partire da quest’evento importante, pastorale, concreto della riflessione e dell’azione di una Chiesa locale non solo per i migranti ma con i migranti, vogliamo ampliare la visione e renderla ancora più universale, per dare un quadro integrale dell’uomo, come suggerisce papa Francesco».

“Per riscoprire la dignità inviolabile dei popoli

All’incontro, moderato da Elizangela Chaves Dias, sono intervenuti monsignor Luca Bressan, Sandra Mazzolini, Anna Pozzi e Alessia Passarelli. «Come la Chiesa che cammina insieme agli uomini, partecipe dei travagli della storia – ha detto Mazzolini, docente di Missiologia alla Pontificia Università Urbaniana, nel suo intervento dal titolo La sinodalità della Chiesa coltiviamo il sogno che la riscoperta della dignità inviolabile dei popoli e della funzione di servizio dell’autorità potranno aiutare anche la società civile a edificarsi nella giustizia e nella fraternità, generando un mondo più bello e più degno dell’uomo per le generazioni che verranno dopo di noi».

Perché essere Chiesa dalle genti? si è chiesto monsignor Luca Bressan nel suo intervento Il cammino sinodale della Chiesa ambrosiana«Perché è il modo di continuare a vivere la tradizione e dell’identità che abbiamo ereditato. Non possiamo non lasciarci interrogare dal cambiamento e vedere come questo cambiamento permetta di riappropriarsi in modo nuovo, come insegna Gaudium et Spes 44, di alcuni elementi di quell’identità che il quotidiano ci ha fatto dimenticare».