Scalabrini, grande vescovo e grande pastore
Il 7 giugno padre Beltrami, direttore dell’Ufficio Comunicazione Scalabriniani (UCoS) è stato ospite del programma radiofonico “Chiesa e comunità”, dove ha parlato della canonizzazione del Fondatore
In occasione dell’Anno Scalabriniano, arricchito dalla recente notizia della prossima canonizzazione del beato beato Giovanni Battista Scalabrini, si moltiplicano gli eventi e le iniziative della congregazione.
Il 7 giugno 2022 padre Gabriele Beltrami, direttore dell’Ufficio Comunicazione Scalabriniani (UCoS) è intervenuto nel programma radiofonico Chiesa e Comunità, in onda su Inblu2000, per parlare della canonizzazione del Fondatore nel contesto degli eventi drammatici dell’emigrazione odierna.
Una rete con il mondo laico
Per la sua capacità di esprimere anzitempo una cura totale, integrale della persona, «Scalabrini è grande», ha dichiarato durante l’intervista padre Beltrami, che del Fondatore ha ricordato anche la poliedricità, assai vivace per un uomo di fine Ottocento. Una “capacità multifocale” che, si auspica, la canonizzazione offrirà l’occasione di riscoprire, accanto alla grandezza di vescovo e pastore alimentata dal servizio agli ultimi che il beato portava avanti con la collaborazione di tutti.
«In qualche modo crea una rete con un mondo laico, per esempio, che già sogna fin dall’inizio essere un tutt’uno con un’azione pastorale». Ricordiamo infatti che a condividere con missionari e suore missionarie lo stesso carisma ci sono anche i laici scalabriniani: una realtà nata nel 1889 G.B. con la fondazione dell’Associazione di Patronato San Raffaele e che oggi coinvolte uomini e donne, adulti e giovani in tutto il mondo.
«L’intuizione ha generato una produzione enorme di azioni in ambito sociale – continua padre Beltrami – Questa è la grandezza di Scalabrini (non solo per gli scalabriniani, ci terrei a dirlo), ma per tutti coloro che si fanno fratelli e sorelle di cammino con il mondo della migrazione o delle vulnerabilità».
Non credersi il centro del mondo
Nel suo messaggio per la prossima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si celebrerà il 25 settembre, papa Francesco chiede di mettere al centro i più vulnerabili.
«Credo che voglia dire fondamentalmente decentrarsi, quindi non credersi il centro del mondo, (…) trovare il giusto centro e, in questo movimento, (…) far fronte con le persone più vulnerabili per poter agire in maniera più logica, più sensata, più opportuna considerando tutto questo corpo che si fa uno solo come l’unica realtà, che è la Chiesa. (…) costruire un nuovo umanesimo attraverso questa fraternità universale che è quella che il papa continua a propugnare in tutti i suoi documenti».